mercoledì 4 luglio 2018

Ninna nanna estone


Parole sagge quelle del Presidente Mattarella

Vi sono molte cose che contrassegnano l’Unione europea e la sua storica integrazione, ma ve ne sono due che ne esprimono appieno l'anima: Erasmus e Schengen. I nostri giovani si sentono ormai europei, e poter viaggiare liberamente dal Sud al Nord dell'Europa, o dall'Est all'Ovest dell'Unione, è per loro un dato irrinunciabile. Mettere a rischio questo è poco responsabile. Parlare di chiusura dei confini, in un momento in cui tutto consentirebbe maggiore razionalità nell'analizzare e governare il fenomeno migratorio, è da evitare.
Nell'ultimo anno, da metà del 2017 a metà del 2018, gli arrivi attraverso il Mediterraneo in Italia sono diminuiti dell'85%; la pressione si è abbassata. Questo dovrebbe consentire a tutti i governi, come loro responsabilità, di agire con razionalità senza cedere all'emotività.
Parlare di confini da chiudere non è razionale, ma risponde all'emotività subita o suscitata. La responsabilità politica richiede razionalità e governo comune del fenomeno. Questo è possibile e c'è il dovere di farlo.

Perché dunque i governi europei, «come loro responsabilità» non agiscono «con razionalità» e «senza cedere all'emotività»?

Il bau bau, il pugno di ferro, i porti chiusi, le frontiere sbarrate... tutto fa leva sull'ideologia piccoloborghese di base, che è allarmata più dalla concorrenza schiavile, che dalla trascendenza signorile di chi gestisce il capitale (e/o ne stacca i dividendi).
E i governanti europei allevano questa paura, la pasturano, perché essa addormenta la coscienza di classe, annebbia la razionalità e fa cadere inesorabilmente preda della emotività. 
I migranti sono, in primo luogo, delle pedine nel grande e complesso gioco imperialistico che le potenze coloniali svolgono nella penombra mediatica e sotto l'ombrello (del cazzo) umanitario. 
Poi ci sono anche gli stronzetti che fanno labbrino, lacrimuccia e carezzina al Papa, pezzi di merda senza scrupoli che non esitano a dare l'autorizzazione al setaccio (voilà Schengen).

Riguardo al caso italiano: a me sembra che, per Salvini, la carta migranti sia l'equivalente di quello che furono gli ottanta euro per Renzi (con più pelo sullo stomaco e con minor aggravio sui conti dello Stato). Vedremo poi quanto la politica di respingimento e chiusura influenzerà positivamente l'economia nostrana e quanto ne beneficerà l'ordine pubblico.   

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