«Oh, Federico, che sorpresa! Come stai? Quanto tempo è passato! Ma a te non è passato il tempo, sembri addirittura più giovane. Ti mantieni in forma, eh? Beato te, hai tempo per farlo, io, invece, questo nuovo lavoro mi distrugge. Ho dovuto cambiare società perché con la precedente non c'era più pane. Adesso, sì, finalmente rivedo la luce, si guadagna, ma che fatica. Praticamente mi sono dovuto reinventare: nuova tipologia di prodotti e clienti. È stata... è dura, ma rispetto a qualche mese fa viaggio meglio. A casa, tutto bene? Lo sapevi che mi sono separato, vero? Eh, che vuoi: Claudia non sopportava più le mie assenze. Ma no, no. Inutile che ti nasconda: mi ha lasciato lei, per Marco, il suo primo amore, già. In pratica, si sono ritrovati sui banchi di scuola, però da insegnanti. E mentre io ero a farmi il culo con il nuovo lavoro, lei ha avuto tempo di innamorarsi ancora. È un guaio per i figli. L'unica cosa buona è che sono grandi, sapranno giudicare, capire, forse perdonare. Bah, che vuoi, al momento vogliono stare con la mamma. È una fortuna per me, ché il monolocale che ho trovato non consente tante comodità. E poi è lontano dalla loro scuola e dal resto. Ho preferito trovare una sistemazione dall'altra parte della città, sia perché sono più vicino alla sede della ditta, sia perché così ho meno probabilità di incontrarli, quei due, mi monta addosso un nervoso a vederli insieme, sorridenti, sbattermi in faccia il loro amore senza il minimo ritegno, che vorrei... ma no, no, non voglio neanche pensarlo. Ma dimmi, come sta Paola? Ho saputo che è stata male... si è ripresa? E tuo figlio, è ancora in Inghilterra? Eh, ci credo, gli inglesi non sono mica stupidi, ragazzi così non se li fanno certo scappare, altro che Brexit, lo capiranno presto che gran parte della loro fortuna è dovuta a ragazzi come Tommaso, un vero cervello in fuga. Andiamo a bere un caffè adesso, hai tempo? No? Peccato. Potremmo ritrovarci ogni tanto. Ce l'hai il mio nuovo numero? Così magari ci mandiamo un whatsapp per fissare. Ecco. Ma cosa hai fatto alla gamba? Un tatuaggio? E questa tinta unita verde scura che sembra una calza aderente o, peggio, un livido (mi ricorda mia nonna, che aveva le piaghe per via delle vene varicose e teneva le gambe bendate e a sera mia zia gliele sfasciava, la medicava e io vedevo tutto quel pus uscire), questa pennellata paonazza che ti parte da sotto il ginocchio sino alla caviglia sarebbe un tatuaggio? Come dici? Claudia ha fatto bene a lasciarmi? Che discorsi fai, che stronzo sei? Ma vaffanculo, va’».
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