venerdì 17 settembre 2021

Sogni farmacisti

Come vanno via presto i sogni, veloci come tordi bottacci, che non li prendi se non spari e chi spara, noi no di certo, siamo disarmati, signor padrone, anche volendo, desiderando farle del male non potremo, come si fa a fare del male a chi è già male? Come aggiungere un'oncia di ragione a chi fa valere la ragione del più forte? Non si può fare, non si può aggiungere. E i sogni scappano, un battito d'ali e, via, lontani, ci lasciano solo una nota del loro canto, il resto della partitura svanisce così rapido che non abbiamo il tempo di ricordarlo.

È un bene che i sogni restino poco nella memoria, che non scolpiscano tracce tali quanto i vissuti. C'è già la vita imposta, preordinata dall'ordine costituito a intrecciare e annodare connessioni neuronali difficilmente districabili e solvibili. E infatti si sognano risultati negativi, si sognano muchi nasali, sputi.

Ho il vago ricordo sognante di una farmacista sorridente che, con un camice che ricordava la vestaglia di mia madre, anziché farmi il solletico per le fosse nasali, mi faceva assaggiare vari tipi di latte artificiale che suggevo dal biberon da lei somministrato, cullandomi un po'.



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