sabato 6 dicembre 2025

La sicurezza giuridica

« Con la Fiscalità Monetaria e con il Reddito di Cittadinanza Genera-
lizzato l’Essere Umano potrà realizzare la sicurezza economica. Con tale
sicurezza ci si potrà avviare verso la Creatività e quindi verso la trasforma-
zione dei contenuti interiori di dolore, in felicità. A questo punto dobbia-
mo chiederci: sarebbe ciò sufficiente per una prospettiva di vita serena? La
risposta è: no!
Se la Creatività, la Fantasia ed il Libero Lavoro consentiranno a cia-
scuno di realizzare anche prodotti materiali, con l’impiego dei beni forniti
dalla Natura, come potrà l’Essere Umano non sentire propri tali prodotti?
Egli certamente li amerà e li considererà come una estrinsecazione della
propria Personalità e si sentirà anche libero di scambiarli con altre cose
realizzate dai propri simili, con fini reciproci di convenienza personale. Con
ciò il patrimonio personale sarà costituito da ciò che ciascuno sente come
estrinsecazione della propria interiorità, con l’aggiunta di quanto sarà en-
trato legittimamente in possesso durante la propria vita. Ma nel mondo
non esistono soltanto forze positive. L’esperienza ha insegnato che possono
nascere conflitti tra gli Esseri Umani, motivati da buona o cattiva fede. Tale
doloroso patrimonio di esperienze, proprie ed altrui, terrebbe l’Essere Uma-
no in apprensione per la propria sicurezza e per quella dei propri beni. Egli
si sentirebbe portato ad armarsi per difendersi e difendere le proprie cose, e
ciò tanto più quanto maggiore sarebbe il piacere derivategli dalla disponibi-
lità di quanto con fatica realizzato.
I Pensatori del passato avevano fondato su tali esigenze psicologiche la
necessità dell’esistenza dello Stato. Qualcuno arrivava ad affermare, con
poca coerenza logica: homo homini lupus. Se tutti gli uomini fossero lupi
il problema non si porrebbe in quanto non vi sarebbe Creatività e quindi
prodotti da contendersi. La verità è che nel cammino verso il superamento
della materialità si hanno, tra gli Esseri Umani, diversissimi gradi di svilup-
po e quindi potenzialità di conflitti, anche tra coloro che sono avanzati in
questo cammino.
Per risolvere la problematica descritta non vi è altra possibilità che quella
di accettare l’esistenza di una struttura giuridica pubblica che, impropria-
mente, si è abituati a chiamare Stato. La funzione di tale struttura dovrebbe
essere quella di tutelare validamente quelli che vengono chiamati “diritti
individuali” e, soprattutto la Libera Creatività, la cui esigenza è stata sopra
descritta. In tale campo noi non siamo all’anno zero, in quanto la Civiltà
ha creato la Scienza del Diritto con i relativi Codici. Tutte le tribolazioni
e le tragedie sperimentate in passato, nel settore giuridico, dipendono non
già dalla inadeguatezza della Scienza del Diritto e dei relativi Codici, ma
dal fatto che l’amministrazione di tale fondamentale settore è stata tenuta
dalle organizzazioni statali, via via concretatesi storicamente, tutte fondate
sulla spasmodica ricerca della conquista del Potere senza limiti. Il corretto
rapporto tra il Potere ed il Diritto sarà esaminato in seguito. Per ora limitia-
moci a registrare la dolorosa esperienza di tutti coloro che si sono imbattuti
in problemi di violazione dei propri diritti e di quelli dei propri simili.
Basta guardare lo stato della Giustizia in Italia per sentirsi certi che in tal
modo le cose non potranno andare avanti.
Il Problema è quindi quello di concepire valide correzioni all’attuale
struttura giuridica che se non funziona, come non funziona, deve avere in
sé degli errori di impostazione che è assolutamente necessario correggere.
L’Antropocrazia ha individuato una delle possibili cause di tale dissesto
nella forma di reclutamento dei membri di tale struttura da parte del potere
statale come si è venuto storicamente formando.
Trattandosi, come detto sopra, di un problema fondamentale per la fu-
tura evoluzione positiva dell’Essere Umano, occorrerà approfondire al mas-
simo tale argomento, per evitare che in futuro possano ripetersi le nefandez-
ze di tale settore, che siamo stati, per il passato, costretti a subire o a vedere
accadere, con orrore».

mercoledì 3 dicembre 2025

La fiscalità monetaria

«La semplice logica della vita economica è tale che consente ad un’Azien-
da di restare in vita a condizione che abbia redditività, cioè margini di utili.
Ne deriva la necessità per i suoi gestori di scaricare sui prezzi tutti i propri
oneri, compresa la quota di utile che si ritiene compensativa del rischio
economico. Tutte le filosofie politiche che hanno mirato a scaricare sul set-
tore produttivo gli oneri statali, sia quelli ordinari sia quelli della cosiddetta
socialità assistenziale, nella loro traduzione legislativa, non hanno fatto altro
che far pagare, attraverso i prezzi di mercato, agli acquirenti, cioè ai poveri,
il peso delle loro assurde velleità. Quando ci si renderà conto di tale assurdi-
tà – i margini di tempo sono ristretti – si passerà alla realizzazione di quello
che l’Antropocrazia chiama “Fiscalità Monetaria”.
Se è vero, come è vero, che tutti i gravami fiscali, previdenziali ed assi-
stenziali, scaricandosi sui prezzi, finiscono con il rendere i poveri sempre
più poveri, è necessario trovare un nuovo tipo di fiscalità che non abbia
questo difetto mortale. L‘unica fiscalità concepibile che non gravi sui prezzi
è quella monetaria.
In Italia la massa dei beni monetari assoggettabili a tale nuova imposizio-
ne fiscale, sostitutiva della precedente, supera gli otto milioni e cinquecento
mila miliardi di lire [*]. Con una modesta aliquota dell’8% annua si può so-
stituire vantaggiosamente il precedente prelievo fiscale. Tale prelievo, dopo
l’istituzione della datazione annuale della moneta cartacea, sarà facilmente
effettuato dal sistema bancario e versato in un super computer chiamato
Cassa degli Italiani, con costi di prelievo pressoché nulli.
Andiamo ora ad esaminare quali saranno gli effetti di tale riforma fiscale.
Togliendo alle Aziende tutti gli oneri fiscali, previdenziali, assistenziali e
quelli burocratici si porta queste ultime alla condizione di potere, e dovere,
ridurre fortemente i prezzi.
Consideriamo tale riduzione media generale dei prezzi calcolabile, con
buona approssimazione, nella misura del 50%.
La prima conseguenza di tale dimezzamento dei prezzi sarà il raddoppio
del valore di tutti i precedenti redditi lavorativi ed assistenziali, facendo con
ciò uscire una gran massa di Cittadini dalla fascia di povertà in cui sono
stati forzati. Si consideri anche che tutto quanto veniva prelevato dalla busta
paga tornerà nelle tasche dei lavoratori e dei percettori di redditi imponibili.
La seconda conseguenza sarà quella che dalle nazioni estere ci verrà
richiesta la rivalutazione della Lira del 100%, per ripristinare il precedente
equilibrio commerciale mondiale. Con ciò anche i prezzi dei prodotti di
importazione dimezzeranno di valore in conseguenza della nuova parità
monetaria.
La terza conseguenza sarà quella del raddoppio del potere di acquisto
della massa monetaria nazionale, di otto milioni e cinquecento mila miliar-
di di lire, con potenziali conseguenze negative nell’equilibrio interno dei
prezzi.
Per eliminare tale potenzialità negativa sarà necessario prelevare la metà
di tale somma e versarla nella Cassa degli Italiani.
La metà che resterà in possesso dei detentori conserverà, in presenza di
prezzi dimezzati, lo stesso potere di acquisto di quello precedente la riforma
fiscale.
Con tale prelievo di quattro milioni e duecentocinquanta mila miliardi
di lire sarà possibile l’immediata estinzione del debito pubblico allargato.
Con l’estinzione del debito pubblico allargato tutti i precedenti stanzia-
menti di bilancio, per fare fronte ai relativi interessi, resteranno disponibili
per l’istituzione del Reddito di Cittadinanza Generalizzato a favore dei Cit-
tadini, dalla nascita alla morte. Va notato che tale reddito viene richiesto da
tutta la moderna filosofia sociale, ma appare potenzialmente disastroso in
presenza della vecchia fiscalità, mentre con la nuova Fiscalità Monetaria la
cosa diverrà di facile realizzazione.
L’ammontare del valore mensile di tale Reddito di Cittadinanza Ge-
neralizzato appare prevedibile in misura maggiore di 700.000 lire attuali
mensili. Con tale provvedimento ogni Cittadino potrà organizzare la pro-
pria vita, anche lavorativa, partendo dalle proprie vocazioni e non dalle sole
esigenze di procurarsi il necessario per sopravvivere.
Con ciò avrà inizio lo sviluppo di ciascuno verso la Creatività e quindi
verso la felicità.
Come è facile vedere l’Antropocrazia, con l’istituzione della Fiscalità
Monetaria e con tutto quanto di positivo ne consegue, libera l’Essere Uma-
no dalla schiavitù della materia e lo mette in condizione di poter avviare un
proficuo lavoro di superamento delle condizioni di dolore che la precedente
forzata immersione nella realtà materiale ha prodotto nella sua interiorità».

[*] N.B.
Il libro è stato scritto da Nicolò Giuseppe Bellia nel 1998.

domenica 23 novembre 2025

L'Essere Umano e la socialità

 « Per un Essere Umano che abbia compreso che la propria felicità dipende dalla possibilità di sviluppare la propria Creatività è necessario che ogni propria scelta sociale debba dipendere da tale esigenza. Egli considererà positivo per il proprio sviluppo tutto ciò che lo metta in condizione di perseguire questo suo fine primario. Potendo scegliere tra varie realtà sociali egli si orienterà verso quella che gli renda più semplice la realizzazione di questo suo scopo.
Domandiamoci a questo punto quali siano le condizioni ottimali nella direzione voluta. La prima esigenza è quella vitale. L’Essere Umano per vivere ha necessità di disporre liberamente dei beni della Natura. Tale disponibilità egli la può conseguire o vivendo in un contesto primitivo oppure in una adeguata struttura sociale. Ciò che rende idoneo un contesto sociale per la finalità sopra indicata è l’assicurazione della libera disponibilità dei mezzi per la sopravvivenza e la possibilità di godersi in pace tutto quanto egli realizzerà nel proprio sviluppo creativo. La prima esigenza potrà essere soddisfatta se egli, oltre alla possibilità di lavorare, godrà di un reddito di cittadinanza, dalla nascita alla morte, tale da garantirgli, in ogni caso, il diritto alla vita. La seconda esigenza presuppone che egli viva in un contesto sociale dotato di codici e corrispondenti strutture esecutive, tali da consentirgli il libero godimento di tutto quanto egli porrà in essere con il proprio lavoro e con l’esercizio della propria volontà, in libero scambio con i propri simili. Come ciò possa concretamente realizzarsi sarà trattato in seguito. Qui limitiamoci a porre in evidenza l’indispensabilità di tali due condizioni: sicurezza economica e sicurezza giuridica. 
Se esaminiamo tutte le organizzazioni sociali esistenti nel mondo ci accorgiamo che in nessuna di esse, tali esigenze, trovano la loro piena realizzazione. La vita degli Esseri Umani è abbandonata all’alea del mercato ed i loro diritti non sono in pratica tutelati. Ciò dipende dal fatto che tutte le organizzazioni statali pongono come categoria suprema del vivere sociale le strutture di potere e non il libero sviluppo dei Cittadini. Ciò dipende dal fatto che tutti gli Stati moderni hanno ricevuto ereditariamente la loro impronta dall’Impero Romano. Mentre le società reali, sotto l’impulso del cristianesimo, si sono sviluppate verso una filosofia sociale che vuole la centralità dell’Essere Umano, le strutture statali, abbarbicate alla pratica del Potere hanno continuato ad opprimere i Cittadini considerandoli come strumenti passivi delle loro finalità extra umane. Ciò ha determinato un enorme accumulo di dolori nelle coscienze umane, facendo nel contempo fallire ogni, seppur minima, esigenza di giustizia sociale. Oggi noi assistiamo all’assurdo fenomeno che, parallelamente allo sviluppo scientifico, tecnologico e della ricchezza globale, di contro aumenta la sofferenza della stragrande maggioranza dei sempre più poveri. Oggi siamo arrivati al punto che, con un enorme accumulo legislativo, e con l’introduzione di macchine sempre più sofisticate, non si è più in grado di consentire il formarsi di iniziative capaci di fornire la base lavorativa per la sopravvivenza materiale. Le nuove generazioni, prive di ogni potere contrattuale, non trovano più occasioni di lavoro e vivono nella più profonda disperazione.
Ciò dipende dal fatto che i vari Governi, succedutisi nel tempo, nella loro smania di potere, hanno create un tal numero di leggi e di vincoli, per cui ogni spazio per la Creatività umana è stato chiuso. Mentre per distruggere quanto restava di vitale economicamente, l’esercizio delle leve finanziarie ha avuto una piena efficacia, di contro, per ricostruire, tali leve sono totalmente inefficaci per la qual cosa, a breve, si prospetta il caos sociale. Né è possibile sperare in un soprassalto di coscienza delle forze dirigenti immerse in una piena ottusità sociale in quanto assorbite nelle lotte per ilpotere. Cosa si può sperare da esseri che non hanno compreso l’assurdità degli attuali sistemi fiscali che, scaricandosi sulle attività produttive, costringono le Aziende a scaricare sui prezzi tutti gli oneri fiscali e previdenziali e quindi sui poveri, ultimi acquirenti?
Come mai non è stato ancora compreso che tutti gli attuali sistemi fiscali sono incostituzionali in quanto contravvengono allo sbandierato principio che il peso fiscale debba essere sopportato in maggior misura, e con il principio della progressività, da parte di chi più ha e meno da parte dei poveri? 
Tali assurdità sono vissute dolorosamente da parte dei poveri, il cui numero aumenta sempre più 
L’Antropocrazia supera tutte le assurdità degli attuali sistemi sociali e prospetta soluzioni concrete e rapide non soltanto per uscire dalle presenti disastrose condizioni sociali, ma anche per avviare uno sviluppo generale volto a consentire a ciascun Essere Umano di avviarsi sulla strada della Creatività, per la propria e per l’altrui felicità». 

Nicolò Giuseppe Bellia, Antropocrazia. Logica e attuazione.

martedì 18 novembre 2025

La conversione

INTRODUZIONE

«Libri come questo hanno tre scopi distinti.

Il primo è quello di obiettivare i pensieri che si formano nella coscienza individuale in rapporto alle esperienze della vita sociale. Di fronte al quadro desolante odierno la coscienza reagisce formando quei pensieri che siano capaci di riconfigurare i dati dell’esperienza in un ordine corrispondente ai sani aneliti della vita dell’anima dell’Essere Umano.

La continua meditazione di tali pensieri forma un contenuto vivente capace di preservare la coscienza dalla disperazione che altrimenti la invaderebbe.

La forma di pensiero di tale reazione creativa può divenire un contributo sulla via del progresso generale.

Il riscontro positivo nella coscienza, con la formazione di un atteggiamento profondo di speranza per il futuro, è l’unico elemento necessario a questo livello.

Da questo punto di vista non sarebbe necessario neppure esplicare esteriormente quanto viene formandosi nell’anima, giacché il vero colloquio è con le forze vitali evocate con la propria attività meditativa e non ci si aspetta una risposta dagli altri Esseri Umani.

L’atteggiamento è analogo a quello del matematico le cui certezze scaturiscono dai propri pensieri e non già dal riconoscimento di altri.

La disposizione di spirito è simile a quella della vera preghiera che vuole essere superindividuale ed anelante verso valori universali.

Dal punto di vista strettamente individuale non si ha la necessità di comunicare ad altri quanto si va vivendo, essendo sufficiente il riscontro interiore vitalizzante esplicantesi nel beatificante sentimento di speranza che invade la coscienza.

Nell’esteriorizzare in uno scritto quanto si va conquistando si ha in vista un secondo scopo consistente nel desiderio di mettere a disposizione delle persone amate i frutti delle proprie conquiste. Il matematico sa che il proprio lavoro, sintetizzato nelle formule trovate, può essere di grande utilità per i propri simili e lo offre ad essi con le proprie pubblicazioni.

Analogo è l’atteggiamento di colui che pensa sulla vita sociale nel senso sopra specificato: egli vuole donare quanto ha conquistato alle persone che ama per estendere a loro i benefici interiori ricavati.

A tal fine lo scritto acquista il valore di una lettera indirizzata alla persona cara.

Non sarebbe quindi necessario che le proprie comunicazioni acquistassero la forma di libro a stampa, ma sarebbe sufficiente che avessero la forma di copie del manoscritto. Ciò in quanto l’esiguità del numero di coloro, con cui si intrattengono rapporti diretti, non giustificherebbe lo sforzo necessario per una pubblicazione tipografica.

Ma chi scrive può anche conseguire la convinzione che la problematica che lo ha travagliato investa ampie e consapevoli sfere di Esseri Umani. È sempre con tale convinzione e speranza di utilità che si decide di dare la forma di libro a quanto è derivato dal proprio lavoro individuale.

L’Antropocrazia nasce in una sfera di pensiero in cui è assente ogni compiacimento e fine soggettivo e pertanto non si cerca la conquista di adesioni superficiali, ma ci si attende quella che comunemente si chiama comprensione, basata su analisi pensanti.

Tutti coloro che, nel leggere questo scritto, vedano nascere in loro reazioni emotive non sono, per questo, i destinatari di questo lavoro, il cui fine è scientifico e di servizio.

Con ciò non si vuol dire che si presume di imporre una verità indiscutibile, ma che eventuali osservazioni debbano nascere sulla base di dati sperimentali e quindi di pensiero.

Le inveterate abitudini ad atteggiamenti ideologici e passionali sono assolutamente inadatte ad entrare nello spirito di quello che vuole essere semplicemente un Progetto, con potenzialità di risanamento, rispetto a tutti i mali che si incontrano nell’attuale vita sociale.

D’altro canto, anche nell’improbabile ipotesi che tutti gli italiani condividessero la bontà e validità di tale progetto, ciò non sarebbe condizione sufficiente per ottenerne l’attuazione, giacché il Potere vigente, basato su centinaia di migliaia di leggi, sarebbe in grado di non farlo passare, se non dopo il totale disfacimento sociale.

È per tale motivo che nel libro si accenna a quella che è stata chiamata: la conversione dei Politici».

domenica 16 novembre 2025

Giornata mondiale dei poveri



« Chi affronta il problema sociale con Amore e Creatività fa subito due constatazioni: la prima è quella che alla crescita della ricchezza generale corrisponde automaticamente l’impoverimento dei cittadini che vivono di reddito da lavoro, cioè gli appartenenti alla fascia povera della popolazione.
Ciò dipende dal fatto che tutti i produttori di beni e servizi, debbono scaricare tutti gli oneri fiscali, previdenziali, assistenziali etc., sui prezzi, pagati prevalentemente dai percettori di redditi, cioè dai poveri!
In altri termini: tutti gli oneri statali li pagano solo i poveri!
La seconda è quella che il diritto alla vita non è garantito e l’Essere Umano è abbandonato all’alea del mercato.
Il progetto antropocratico risolve entrambi i problemi a mezzo dell’istituzione del reddito di cittadinanza generalizzato, che si aggiunge al reddito individuale, e della fiscalità monetaria che consente di scaricare il costo dei servizi comuni sulla ricchezza effettiva senza gravare sul lavoro, sui consumi e sulla produzione».

venerdì 24 ottobre 2025

Prima dell'alba, Sagittario

Prima dell'alba, una mattina,
alzare gli occhi al cielo
alla vetrina delle stelle
che si affacciano scoperte
dalla coltre delle nubi mosse
dal vento.
Il Sagittario galoppa contento,
mi fa cenno di seguirlo e dice:

“Chiudi gli occhi e tieni
le braccia aperte 
senti come il corpo s'intesse
della stessa sostanza che lo informa
senti la tua origine divina,
il tempo e lo spazio che si squadernano
indietro e avanti e viceversa,
perché la tua luce non è un punto
che si esaurisce in una vita.
Senti l'infinita compassione
e il sacrificio di chi volle
darti di sé il proprio sé perché
tu possa essere e a tua volta tu possa
donare di te quello che puoi e riesci.
Senti come tutto è unito 
pur nella distanza che sembra infinita
e ciò che ci separa non è che l'ombra
delle costellazioni mie sorelle. Esci
da te, dimentica per un attimo il tuo confine
e tira dal mio arco la tua freccia
e colpisci il bersaglio del cuore 
perché si allarghi e s'unisca al tutto.
Tutti tirati sono e tutti tirano e anche tu,
alla buonora, mettiti a tirare e a essere tirato.
Lasciati andare, ringrazia
di essere nato”.

Riapro gli occhi, il giorno si avvicina.
Dove siete stelle? Dove sei Sagittario?
Respira. Pensa. E cammina.
E poi scrivi nel diario:
In ogni lume degli occhi si trova la divina
sostanza della luce. E ogni luce per essere
ha bisogno della notte. E ogni bene
per darsi del male abbisogna.
E chi non scende dal sé salire non può
perché salire contempla la discesa.
Fa' un passo indietro a spingere chi
dietro a te rimane: ti troverai due passi avanti
nella stessa direzione della freccia
che hai scoccato.
Tieni larghe le braccia e la fronte aperta
sii grato e sorridente
perché la gioia è la prima medicina
un farmaco che non costa niente.
E dunque, avanti: respira, pensa.
E cammina.


giovedì 9 ottobre 2025

Per conoscenza


LA FLOTILLA DELL'ANTROPOCRAZIA

«Di fronte al progressivo incepparsi della vita sociale, si assiste ad una generale impotenza delle forze dirigenti a trovare rimedi validi ai mali che si vanno generando. Ciascuna forza sociale, pressata dai problemi che la riguardano direttamente, cerca le cause degli inconvenienti nell'azione delle forze avverse e si impegna in aspre battaglie con esse al fine di rimuovere le cause dei propri mali.

Al fondo di questi comportamenti vi è la convinzione che il problema sociale sia di natura moralistica. Con tale stato d'animo si va alla ricerca di volontà perverse volte a realizzare disegni negativi, dimostrando con ciò un eccessivo semplicismo che, non toccando la vera natura dei problemi, alla fine non incide positivamente sull'andamento delle cose, ma anzi spesso le aggrava.

Perché tutto ciò?

Alla base vi è una profonda mancanza di fiducia nella Vita in generale e nell'Uomo in particolare.

Questo libro è scritto sulla base di convinzioni diverse. L'autore è convinto che i mali sociali dipendano non già dalla cattiva volontà degli esseri umani, ma dalla inadeguatezza delle strutture ereditate dal passato remoto e prossimo. Pertanto lo sforzo di coloro che vogliono contribuire a sanare i difetti della Società deve essere rivolto non già a combattere fantasmi più o meno evanescenti, spesso proiezioni subconsce, bensì a sviluppare ricerche di pensiero idonee a trovare soluzione tecniche adeguate alle esigenze dell'Uomo contemporaneo. 

Chi dubitasse della capacità degli Esseri umani di capire la validità di concezioni miranti a soluzioni positive, dovrebbe disperare definitivamente del destino del Mondo. 

In questo libro si è percorsa la strada della ricerca di pensieri idonei a convogliare gli sforzi creativi degli Esseri umani verso concezioni positive, nella certezza che questa via sia valida, con il dovuto tempo, a portarci verso quel porto sicuro che è nelle speranze di ciascun Uomo.

Azione culturale quindi, sorretta dalla speranza nel futuro, alimentata dalla fiducia nell'Essere umano».  

Dall'introduzione al libro di Nicolò Giuseppe Bellia, Verso l'Antropocrazia.

Negli eventi recenti che riguardano la questione di Gaza si possono osservare alcuni elementi caratteristici. Il primo è la naturale propensione degli esseri umani a provare compassione per le situazioni inaccettabili in cui versano vaste  comunità umane. È certamente da ammirare lo spirito d'iniziativa individuale di coloro che hanno partecipato a tale impresa, nel tentare di portare soccorso e di risvegliare il senso di umanità oggi tanto sopito.

Il secondo è la critica che proviene da molti, i quali dicono: perché non vi mobilitate per i nostri problemi, per i salari e le pensioni basse, per le tasse insostenibili, per i problemi di molti italiani?

Certo, chi sente umanamente dovrebbe considerare che le condizioni del popolo palestinese sono ben più pesanti in quanto a gravità, rispetto a quelle che viviamo qui in Italia. E questa constatazione dovrebbe condurre a non deridere e condannare l'iniziativa della Flotilla. 

Ma anche questo atteggiamento cinico è comprensibile se consideriamo il terzo elemento in gioco, la strumentalizzazione di ogni iniziativa da parte delle forze politiche contrapposte. C'è del vero in chi afferma l'ipocrisia dei rappresentanti politici che oggi vogliono difendere i Palestinesi dai soprusi, i quali hanno invece imposto la carta verde poco tempo fa. 

Chi abbia osservato i fatti politici nel corso degli anni, ha potuto constatare che le diverse compagini che sono andate al governo hanno sempre promesso riforme e programmi che sono stati poi sistematicamente sconfessati. In questi giorni ha buon gioco chi mette in evidenza tutte le dichiarazioni di Giorgia Meloni che poi si è sistematicamente rimangiata. Ma ha memoria corta chi non vede che tale comportamento è stato comune ad ogni governo, da chiunque costituito.

Il ritornello che da parti opposte viene ripetuto da decenni, noi siamo i buoni, gli altri i cattivi, non ha quindi alcun fondamento. 

Con l'attuale forma di Stato, fondata sulla ricerca del potere da parte di gruppi politici contrapposti che si odiano, qualsiasi misura che venga presa per cercare di risolvere i problemi senza por mano al cambiamento dell'assetto istituzionale, della forma stessa dello Stato, non può che aggravare la situazione.

Quindi chi sinceramente aspira a risolvere i problemi ha come unica possibilità quella di rivolgersi a ricerche culturali, facendo appello alla facoltà pensante che è presente in ogni individuo. È necessario mettere da parte l'appartenenza di gruppo, di partito, di popolo, di religione, per rivolgersi a ciò che è universalmente umano. Si tratta di valorizzare l'umana pietà, l'umana compassione che si possiedono naturalmente, come forze morali che possono favorire una disposizione al pensare chiaro e obiettivo, che trovi soluzioni per le esigenze di ciascun essere umano, vincendo l'odio verso presunti colpevoli e guarendo così la propria stessa anima.

Ecco con quali parole Rudolf Steiner diede i primi elementi conoscitivi nel ciclo di conferenze destinato a coloro che volevano portare pubblicamente l'esigenza della riforma sociale nel senso della triarticolazione, della necessaria autonomia delle sfere culturale, economica e giuridica, che oggi sono concentrate nelle funzioni dello Stato unitario:

“L'obiezione più comune che la gente formula quando le si propone l'impulso della triarticolazione è che, proprio nell'Europa centrale, abbiamo soprattutto indigenza e miseria.

Si deve condurre la lotta per il pane, ed è quindi agli interessi economici ai quali ci si deve anzitutto dedicare. A che servono gli alti ideali? A che servono i discorsi sui sostrati spirituali?

Questa obiezione viene fatta in tutti i toni e, non si può negarlo, proviene dalle anime oppresse del presente; vista esteriormente, le si può attribuire una certa giustificazione.

Ma quando in questi giorni faremo passare davanti alle nostre anime i più importanti problemi del presente, problemi che formeranno la base per la nostra azione, vedremo che l'idea che oggi occorra risolvere i soli problemi economici, riposa su un’assoluta illusione, poiché deriva come cosa ovvia da un altro problema e dalla sua risposta, ma non è per nulla una cosa ovvia.

Si parte infatti dal presupposto (e approfondiremo in seguito l'argomento) che gli uomini, non questa o quella persona, ma gli uomini in generale, non abbiano colpa per le condizioni in cui versa oggi il mondo civile.

Se prendiamo in esame quanto oggi abbiamo il dovere di considerare, e cioè l'economia mondiale diffusa su tutta la Terra, dobbiamo dire che la natura oggi non ci dà di meno di quello che ci dava in qualsiasi altra epoca, sempre che si sappia carpirle correttamente i suoi prodotti e poi distribuirli in modo equo tra la gente, beninteso all'umanità nel suo complesso.

Che gli uomini si trovino oggi in uno stato di necessità più grave di prima non è causato da motivi fisici, ma proprio dallo spirito degli uomini.

Se la gente oggi è nell'indigenza, a provocarla è stata la falsa spiritualità, il falso pensare; non vi è perciò altro da fare che sostituire con un modo giusto di pensare il falso pensare per uscire da questa condizione d'indigenza.

Non è stata la natura, non qualche potenza sconosciuta a portare l'umanità alla condizione attuale, ma gli uomini stessi.

Se vi è indigenza, sono gli uomini che l'hanno portata; se molti non hanno niente da mangiare, sono gli uomini stessi che non permettono che il cibo arrivi dappertutto”.  (Stoccarda, 12 febbraio 1921)

Quest'ultima frase di Steiner trova la sua manifestazione più eclatante nell'azione violenta dell'esercito israeliano volta ad impedire di portare cibo ai palestinesi affamati. 

Ma questa è solo la punta dell'iceberg, perché la maggior parte del ghiaccio si trova sotto la superficie di ciò che appare, si trova nelle anime della maggior parte degli esseri umani. Si trova in pensieri, in frasi fatte, in convinzioni che contrastano con i sentimenti di compassione che vivono nelle medesime anime.

La falsa spiritualità di cui parla Steiner è quella delle teorie che girano nelle teste e che contrastano col sentimento della dignità umana che vive nei cuori. Cos'è che impedisce che il cibo arrivi dappertutto a coloro che ne hanno bisogno? È il pensiero che si ha diritto di mangiare solo se si lavora. Ci sono milioni di persone che muoiono di fame perché vivono in condizioni di economia depressa e non hanno lavoro, che sono costretti a lavorare in condizioni disumane per un tozzo di pane. Ma anche nei paesi in cui vi è abbondanza di produzione i poveri aumentano sempre più, il lavoro diminuisce per il progresso tecnico e scientifico e la fame e l'indigenza crescono. 

Esiste in Italia una piccola comunità di amici che cerca di diffondere il progetto dell'Antropocrazia, che propone di abolire tutti i tributi e gli obblighi previdenziali, nonché tutti i costi del carico normativo imposto alle imprese dalle leggi statali, il che farebbe diminuire i prezzi  di mercato di oltre la metà. Infatti tutti questi costi si scaricano sui prezzi finali di merci e servizi, a tutto danno dei consumatori, specialmente dei più poveri. Non sarebbe questo un modo per raddoppiare il potere d'acquisto, e quindi per consentire di raddoppiare la possibilità di mangiare a chi è in stato di bisogno?

I contrari affermano che in tal modo non vi sarebbero più le entrate fiscali per finanziare i servizi pubblici. Ma non considerano che l'Antropocrazia propone l'istituzione di un'unica tassa, in forma di decurtazione monetaria periodica mensile su tutti i valori monetari presenti sui conti bancari e in forma cartacea. Questa fiscalità è piccola, massimo 10% annuo, non si può evadere e non si scarica sui prezzi, perché applicata al denaro fermo e non agli scambi economici, nei quali si forma il prezzo di ciò che viene scambiato. 

Con il denaro riscosso da tale decurtazione si propone di istituire per ciascun cittadino dalla nascita alla morte un reddito incondizionato mensile, in misura uguale per tutti, come unica forma di solidarietà sociale generalizzata, che assicuri il diritto ad una vita libera e dignitosa e consenta che il lavoro divenga una libera scelta, fondata sul piacere di mettere in atto i propri talenti e di trarne anche il giusto profitto, e non determinata dal ricatto della mera sopravvivenza.

Come si può tollerare che oggi, per necessità di sopravvivenza, tutti debbano lavorare per sopravvivere, producendo una quantità enorme di merci, delle quali oltre la metà viene buttata via invenduta perché la gente non trova lavoro e il poco denaro che possiede viene di continuo svalutato dall'incidenza fiscale sui prezzi? Non si conosce la legge di mercato? In presenza di eccesso di produzione rispetto alla domanda, i prezzi scendono e i produttori non riescono a ripagarsi i costi di produzione e ad avere un profitto, quindi devono chiudere. Ma in presenza di tutte le attuali tasse i prezzi vengono gonfiati e i consumatori non possono acquistare se non merce scadente a prezzi accessibili alle loro tasche. La domanda non è scarsa perché la gente non ha bisogno di acquistare, ma perché non ha il denaro necessario. E l'offerta non è eccessiva perché la domanda sia alta, ma perché si lega la produzione delle merci alla necessità di avere un reddito.

In presenza del reddito base incondizionato per tutti la domanda corrisponderà all'effettivo bisogno di merci e servizi da parte di tutti gli individui e l'offerta si regolerà in funzione della domanda, dato che il lavoro non avrà la funzione di garantire la sussistenza, ma di produrre ciò che viene richiesto dai consumatori e non di più.

Oggi viene sequestrato e buttato via il cibo di cui hanno vitale necessità coloro che sono nell'indigenza. Si impedisce che ne possano godere semplicemente perché non si riconosce il diritto incondizionato alla vita, ma si impone l'obbligo di lavorare.

La scienza dello spirito ci invita a cercare le cause dei fenomeni esteriori nei pensieri e nei sentimenti degli esseri umani. Noi tutti abbiamo assistito alla missione umanitaria della Flotilla, abbiamo deprecato l'intervento delle navi militari israeliane che hanno sequestrato gli alimenti destinati agli affamati, che del resto avrebbero portato sollievo per breve tempo.

Ma ci sono delle navi militari ben più potenti nelle nostre anime che bloccano il cibo destinato all'intera umanità, nel corso di più generazioni. Sono i pensieri non meditati nelle loro conseguenze, che sono in conflitto coi nostri stessi sentimenti di umana compassione.

La guarigione dei mali dell'umanità avverrà solo se riusciremo a guarire questa profonda ferita nelle nostra anime, se riusciremo ad unire ragione e compassione, testa e cuore.

La Flotilla dell'Antropocrazia lancia un appello alle anime, invita ad unirsi a questa missione di giustizia e pace, nella quale non si rischia la propria vita, ma la si può ricevere in dono, per-donarla all'intera umanità.

Stefano Freddo

P.S.

Sono due anni che conosco (tento di conoscere) l'Antropocrazia e faccio parte di questa comunità di amici che la studia ragionandoci su, incontrandoci prevalentemente via zoom. E dopo due di studio e pensieri su di essa, mi sento di dire che l'Antropocrazia è la sola soluzione alla questione sociale che incatena gli uomini nella morsa della necessità di lavorare per forza perché schiavi del denaro. 


sabato 20 settembre 2025

Anniversari dimenticati

A Giovanni Raboni

Io, sovente, perdo
spesso la conta degli anniversari.
Questo però non è importante:
importante è tenere a mente
la faccia e la mente di chi
si vuole ricordare.

E io ricordo Giovanni alla stazione
una mattina fredda di gennaio
vestiti quasi uguale, io giovane
lui meno ma forse il giovane era lui
e io già vecchio con quel cappello
che nascondeva i capelli neri
e i suoi bianchi a illuminare
la Centrale di Milano.
Lo riconobbi, ci stringemmo la mano
e chiese: "Dove va?" e io 
non seppi rispondere perché
pur viaggiando mi sentivo di star fermo
davanti a lui che primeggiava
io facendomi sempre più piccolo
sebbene non in lui ci fosse
la volontà di porsi sul piedistallo 
del Poeta. "Vorrei andare nella
sua stessa direzione" dissi, incerto,
con un velo di rossore. E lui rispose:
"Non glielo consiglio se vuole
restare inascoltato, se vuole
avere voce in capitolo, se vuole
avere un posto nella storia
o anche un semplice posto di comando".

Ci congedammo così con le sue parole
e un sorriso largo e complice che ci unì
nell'istante del saluto. Ognuno poi salì
sul treno per il suo viaggio. 

Dopo tanti anni, posso dirti, Giovanni, 
che, pur non volendo contraddirti,
non ho seguito il tuo consiglio,
ho dato ascolto alla voce tua
e di altri che non volevano
che li si ascoltasse. Meglio stare
ai margini della storia e lanciare
versi al cielo o seminarli in terra
perché comandare non è mai e poi mai
meglio che fare l'amore 
o tentare di darlo con una parola o due
capaci di toccare l'anima e muovere
il palpito del cuore.

lunedì 25 agosto 2025

49+1

 



Congratulazioni. Il mio libro cartaceo "49+1 PICCOLI RACCONTI" è stato pubblicato su Amazon.

Tutti i racconti raccolti nel libro sono stati precedentemente pubblicati qui sul blog. Sono stati rivisti, emendati, organizzati, accarezzati e, quindi, ecco a voi il libro.

Rispetto alla raccolta di poesie Come ho scelto la strada del Print On Demand. Così sarà stampato solo il necessario. 

Il prezzo del libro di carta è di € 10,40 dove 40 centesimi sono di Iva, mentre la versione digitale viene metà prezzo.

Buona lettura, se vi va. 


Aggiornamento del 10 settembre: ho aggiunto anche una versione con copertina rigida per schiacciare meglio le noci. Costa un po' di più, ma vuoi mettere?

martedì 12 agosto 2025

Non avere più dominio

- Buongiorno Gemini, una domanda. Io ho un blog, un diario dove appunto di solito poesie e piccoli racconti, e uso la piattaforma blogspot. Per un certo periodo, sempre tramite blogspot, avevo comprato un dominio con un nome che mi piaceva: Alterlucas. Poi anno scorso non ho rinnovato l'abbonamento e sono tornato al nome classico gratuito offerto dalla piattaforma. Un anno e mezzo dopo, degli amici che hanno cliccato sul vecchio dominio, hanno visto che esso rimanda a un sito con contenuti per adulti. Ebbene, che cosa può essere accaduto?

- Buongiorno, capisco la tua preoccupazione. È una situazione piuttosto spiacevole e purtroppo non così rara. Cerco di spiegarti cosa è successo.

Quando non hai rinnovato il tuo dominio Alterlucas, esso è tornato disponibile sul mercato. Probabilmente è stato acquistato da qualcun altro, in questo caso da un'azienda che gestisce siti per adulti.

Questo tipo di attività è abbastanza comune. Alcuni "domainers" (persone o aziende che comprano e vendono domini) acquistano in blocco domini che sono stati dismessi, soprattutto quelli che in passato hanno avuto un certo traffico¹. Il fatto che i tuoi amici abbiano cliccato sul link significa che il tuo vecchio blog aveva un buon posizionamento nei motori di ricerca, e chi ha comprato il dominio ha sfruttato proprio questo per reindirizzare gli utenti verso il proprio sito.

Cosa puoi fare adesso?
Purtroppo, una volta scaduto e acquistato da qualcun altro, non c'è molto che tu possa fare per recuperare quel dominio. La proprietà è passata a un nuovo titolare.

Il tuo blog su Blogspot è comunque al sicuro, e non c'è alcun rischio per i tuoi contenuti o per i tuoi lettori che usano il link gratuito.

Se in futuro desideri avere un dominio personalizzato, ti consiglio di acquistarne uno nuovo e di assicurarti di impostare il rinnovo automatico. In questo modo, eviterai che la situazione si ripeta.


- Grazie. Ma ti chiedo: di quello che viene pubblicato nel sito Alterlucas non più mio io non sono responsabile, vero?


- È un'ottima domanda e la risposta è chiara: no, tu non sei responsabile.

Nel momento in cui non hai rinnovato il dominio, ne hai perso la proprietà. Da quel momento, la responsabilità legale per i contenuti pubblicati su quel sito è passata al nuovo proprietario.

Tu sei responsabile solo per i contenuti del tuo blog attuale, quello che ha il dominio gratuito di Blogspot. Il fatto che il vecchio dominio fosse associato al tuo nome in passato non crea alcuna responsabilità per i contenuti del nuovo sito, che è stato creato da un'altra persona o entità.

Non hai motivo di preoccuparti da un punto di vista legale. La tua reputazione, invece, potrebbe essere influenzata, specialmente se qualcuno dei tuoi contatti, come è successo, si imbatte nel nuovo sito. Purtroppo, questo è uno dei rischi che si corre quando un dominio non viene rinnovato e finisce per essere acquistato da altri.


_________________
¹Avrò avuto davvero un certo traffico?

giovedì 7 agosto 2025

Consuma

Non so se saranno un milione,
o forse più, i chilometri che sui
tuoi asfalti raramente rinnovati
ho percorso, Consuma, 
strada che illumina e rinnova
ogni volta il senso del viaggio
e cambia i colori e le prospettive
al mutare delle stagioni e porta
il cuore verde del Casentino
a riaffacciarsi in un Arno
diventato grande e profondo
perché l'Arcangelo si tuffi e dia
all'Italia la parola che la incarna. 

Al valico, in una giornata di vento fresco,
mi fermo e guardo il valzer delle nuvole
che danno alla tela dell'azzurro
ancora più luce; e, nei campi verdeggianti,
alcune mucche che alpeggiano placide
tra le erbe profumate e fresche
che gli spiriti dell'aria dissetano 
a ogni alba. Quassù non c'è il lievito
dei farisei: non c'è nulla di nascosto,
niente di segreto, ovunque guardi,
vedi che tutto è stato rivelato, eppure
la strada non è dritta e sale e scende
mentre intorno tutto chiama a fermarsi,
riposare, lasciare che il sogno
cominci per essere ricordato.

E qui è il posto giusto per ricordare
ossia per accordare il cuore con la mente,
mettersi in religioso ascolto 
di noi stessi: perché noi stessi siamo dèi
come ci disse Colui che divino è veramente.


Il genio della lingua

La bottega del barbiere del paese festeggia cinquant'anni d'attività. Il titolare, ottantenne, tiene ancora aperto il negozio perché la pensione minima non gli basta per sopravvivere. A onor del vero, va detto che egli ha la pensione minima in quanto ha dato allo stato un minimo di tributi previdenziali (giù il capello!), e perché, in cinquant'anni, ha  avrà fatto, sì e no, cinque o sei scontrini (di nuovo: giù il capello!). 

Ma la notizia non è questa. La notizia è che soltanto oggi, dopo cinquant'anni, sono venuto a sapere il suo soprannome, datogli quando, giovincello, andò a fare l'apprendista alla bottega di un altro barbiere del paese. Dopo pochi mesi di apprendimento, infatti, egli venne battezzato con il nome professionale (e non) di Segapeli.

Credo che, dopo trent'anni dall'ultimo taglio che ho fatto da lui, prossimamente tornerò alla sua bottega.

sabato 26 luglio 2025

Verso Strada

Verso Strada, da Caiano,
tra pareti di pietra serena
nella gola dei Massi Grossi,

vorrei che con me qui tu fossi
a fare un salto su una
Luna quasi piena
che si deve ancora coricare.

Non avertela a male
se ti penso nei posti più nascosti
quando meno te l'aspetti
e senti i miei pensieri riportarti

verso Strada, da Caiano,
tra pareti di pietra serena
nella gola dei Massi Grossi.

Vorrei che qui tu non fossi
più, e io pensassi solo agli spiriti
degli elementi che si celano
nella materia, con gli occhi vispi

e aspettano di essere riconosciuti
da me sempre distratto dai pensieri
sul perché ancora mi saluti
con lo stesso “addio” di ieri

verso Strada, da Caiano,
tra pareti di pietra serena
nella gola dei Massi Grossi.

E, al varco, salgo a Ristonchi
alla chiesa di San Niccolò
per vedere tra i tronchi
degli ippocastani il blu

degli orizzonti in fuga
dove s'accendono rare luci
della sera imminente. Lo so
è meglio scendere adesso, muti,

verso Strada, da Caiano,
tra pareti di pietra serena
nella gola dei Massi Grossi.




domenica 20 luglio 2025

Pieve a Socana 2



Pieve a Socana:
una voce fioca
mi chiama: è mia nonna
che cammina veloce
dietro la sua ombra
di bambina, mentre la madre
la chiamava: "Gina, Gina"
perché suonava mezzogiorno
e bisognava apparecchiare.
Ciao nonna, sono passato
di qua per salutare.

Quanto tempo è passato
da quand'ero io bambino
e rincasavo a mezzogiorno
ché mia mamma mi aspettava
e tu e la zia ridevate
al mio ritorno.
Quante ombre di noi
abbiamo calpestate.
E nel tempo che passa
e nello spazio che si stringe
le nostre vite, nonna,
restano in ciò che si dipinge.

sabato 12 luglio 2025

Falterona

Falterona, una croce 
per unire la terra con il cielo
per strappare il velo
che separa la voce
dalla parola sommersa
dalla parola salvata
per farla volare
nell'aria tersa
del mattino; e poi silenzio,
chiudere gli occhi, 
respirare in modo intenso
il profumo di timo che sale
con un soffio di vento
e sfiora il viso dei viandanti
come fosse una mano di fata.

Falterona, 
la montagna incantata
dove i faggi fanno a gara
a chi più in alto lancia i rami
verso la luce; dove un fiumicello
nasce e dà corpo alla parola
che chiama mamma e babbo.
Una nuvola a forma di campana
passa e suona l'ora del desìo
per i viandanti che, per tua grazia,
ritrovano in te il proprio io.








giovedì 10 luglio 2025

Scrolling

Ieri ho indugiato a fare scrolling su uno dei tanti video degli orrori di guerra che X propone e l'ho visto fino in fondo, ho visto cadere a terra una donna, una madre, morta per un collasso, che aveva invano lottato per impedire agli sgherri dell'esercito ucraino di portare via suo figlio, reclutato a forza per diventare un soldato. L'ho vista cercare d'impedire che il mezzo dove l'avevano caricato partisse, mettendosi davanti, disperata, implorante. Intorno, nella piazza assolata di non so quale città, altre donne, soltanto donne, che vedevano il suo strazio e la sua disperazione, ma impotenti per impedire quanto accadeva. Due "reclutatori" sono scesi dal furgone e hanno tentato di togliere di mezzo la madre urlante e, con fatica, ci sono riusciti e sono partiti. E la madre è crollata, sola, sul selciato, morta di dolore.

Stamani il presidente della repubblica ucraina, vestito da militare come i suddetti sgherri, è stato ricevuto, con tutti gli onori militari, dal presidente della repubblica italiana, vestito in giacca e cravatta e da altri (e altre) rappresentanti dello stato in vista di questa conferenza. In mattinata, è stato pure ricevuto a Castel Gandolfo da Leone XIV.

Ospiti che, sicuramente, non si mettono, come me, a fare scrolling e a indugiare su un video che mostra come muore una madre di colpo perché suo figlio è stato portato via dagli sgherri a fare la guerra.

A questo punto, per reagire alla mestizia e allo sconforto, oltre che a piangere che cosa in concreto potrei fare? Mettermi a lanciare accuse contro i figuranti vestiti da militare o in giacca e cravatta? No, non credo sia questa la strada da imboccare, soprattutto in tempi folli, pericolosi e disperanti come questi. La strada da percorrere è un'altra, ed è quella di cercare «pensieri idonei a convogliare gli sforzi creativi degli Esseri umani verso concezioni positive» che offrano soluzioni concrete e subitamente applicabili perché il dolore del mondo gradualmente si attenui, perché non ci siano più madri che piangano e muoiano di dolore per i figli portati via dallo Stato. Verso l'Antropocrazia è la strada.

domenica 22 giugno 2025

Che fare

Che cosa possiamo fare?
Niente? No.
Necessario è non annebbiare
la mente di odio e rabbia
piuttosto pensare lucidamente
e
amare chi si ha di fronte
non andare al fronte
e
ricordarsi della sabbia.

giovedì 19 giugno 2025

Verso Gaviserri

Verso Gaviserri, i finestrini aperti
e l'azzurro del cielo che s'inclina
dietro al verde della foresta;
penso a queste quattro ossa,
a chi un giorno le sotterri
tra le radici dei faggi e degli abeti;
penso alle altre parti di me
che s'involeranno in altra forma
verso mondi che sembrano segreti
se il pensare resta rasoterra
e non si apre alla prospettiva
della morte come nuova vita,
al sacrificio che ogni vita porta,
alla memoria che nel tempo resta
perché s'impari a diventare 
quello che in potenza siamo, creature
che diventano creatori e danno luce
all'ultimo comandamento
donatoci dal Cristo Gesù:
“Amatevi gli uni con gli altri
come io ho amato voi”,
la suprema perfezione umana,
il diventare del Logos veri figli,
gli Dèi ulteriori che il mondo 
dello Spirito aspetta per andare
avanti nel tempo e nello spazio,
per superarli e concentrare tutto
nell'attimo in cui, a imitazione del Verbo,
oseremo dire: “È compiuto”.

Verso Gaviserri, i finestrini aperti
e l'azzurro del cielo che s'inclina,
dentro al verde della foresta sacra
abbraccio di madre e medicina...




domenica 8 giugno 2025

Il dogma che grava sull'individuo

« Oggi molti Europei credono di essersi elevati al di sopra dei dogmi; ma proprio i liberi pensatori e i materialisti sono, in modo speciale, i dogmatici peggiori. Il dogma materialistico è più opprimente di qualsiasi altro. L’infallibilità del Papa non è più valida, vale invece quella del professore universitario. Anche il più liberale, per quanto sostenga il contrario, è sottoposto ai dogmi del materialismo. Quanti dogmi pesano, per esempio sull'avvocato, sul medico, eccetera. Ogni professore d’università insegna il proprio dogma. E quanto mai grava sull'individuo il dogma dell’infallibilità della pubblica opinione, del giornalismo quotidiano! ».

Rudolf Steiner, Alle porte della scienza dello spirito, O.O. 95, Stoccarda, conferenza del 3 settembre 1906

Spirito di Verità

«Nell'antichità tutto si fondava su legami di parentela, come è chiaramente dimostrato dal culto degli avi. Molte leggende si collegano alla figura di un eroe capostipite, come per esempio Teseo, o Cadmo. Questo concetto era seguito nelle leggi e nei comandamenti. Più tardi organizzazioni esteriori diedero le norme per la convivenza. Ma questo ebbe luogo solo con la diffusione del cristianesimo. Che cosa trova oggi l'uomo nell'internazionalismo? Un principio più potente della forza dello Stato. Le grandi potenze che dominano oggi il mondo sono internazionali: si chiamano oro, trasporti, industria ecc., non hanno piú nulla a che fare con l'antico vincolo di consanguineità. Il rovescio della medaglia di questa evoluzione è il materialismo. Nella macchina abita la razionalità egoistica. Ben diversamente il Greco antico rappresentava il suo Dio in Zeus, ricordando che il principio del Padre è alla base di ogni cosa. Dove troviamo qualcosa di divino nella nostra vita pubblica? Macchine, ferrovie e simili, tutto è al servizio dell'egoismo, egoismo che in futuro avrà una parte ancora maggiore e culminerà nella guerra di tutti contro tutti.

Il Cristo ha creato il legame che unisce tutti gli uomini. A questo atto del Redentore si deve aggiungere ancora qualcosa. Negli uomini che si sentono attratti dal Cristo vivono sentimenti che uniscono gli uomini tra loro. L'azione del Cristo è la grande azione unificante che può di nuovo riunire il fisico allo spirituale. Gli uomini, oggi, utilizzano il fisico solo al servizio dell'egoismo, un giorno lo useranno per il servizio dello Spirito. Lo Spirito Santo deve unirsi al Figlio in modo che uniti ascendano insieme al Padre!

Il Cristo dice: "Nessuno può giungere al Padre se non per mezzo mio". Ognuno deve dire: "Sono come il tralcio della vite. Cristo è la mia vite". Allora il Cristo vincerà l'egoismo nelle organizzazioni dell'umanità. Nei singoli Io deve penetrare lo Spirito del Padre, lo Spirito della comune origine, solo allora l'Io lavora sul principio del Padre: tutti gli Io si costruiscono la propria casa, ma uniti insieme nel principio-Cristo. "Molte stanze sono nella casa di mio Padre", dice il Cristo. In questo modo sono indicate le singole abitazioni costruite dagli Io, ma è il Cristo che deve preparare il luogo. Deve dunque giungere lo Spirito che unisce gli uomini, e questo è lo Spirito di Verità.

La Scienza dello Spirito deve insegnare agli uomini la comprensione di questo principio comune, deve portare la Saggezza superiore, lo Spirito di Verità. Finché non si possiede la massima conoscenza, si continua ad avere opinioni diverse. Gli Gnostici chiamavano la Mistica "Mathesis", perché nella matematica nessuno può dire di avere un'opinione diversa dagli altri. Due scienziati non possono avere opinioni diverse a proposito di una legge matematica, giacché non si tratta di desideri umani. Davanti alla massima saggezza dobbiamo liberarci dai nostri desideri. Solo chi, senza desideri personali, vuole studiare lo Spirito di Verità, è maturo per riceverlo. La massima conoscenza unisce gli uomini: non ci sono più opinioni e punti di vista. Lo Spirito di Verità dovrà irraggiare sugli uomini. Questi potranno essere molto lontani tra di loro nelle loro dimore, ma li unirà lo Spirito di Verità. La casa che l'Io si costruisce si adatterà allo Spirito se lo Spirito di Verità regnerà sugli Io. Il Cristo promette ai Suoi discepoli lo Spirito di Verità per la festa di Pentecoste. Solo allora i discepoli hanno parlato le varie lingue, solo allora le nazioni tutte impareranno a comprendersi fra di loro. Anche se l'egoismo diventerà sempre più forte, ogni Io possederà lo Spirito di unità se parteciperà allo Spirito di Verità. Chi vuole giungere a questo, deve vivere nello Spirito del Vangelo di Giovanni. Questa è la vera Scienza dello Spirito. Come tutte le piante si rivolgono al sole, crescono nella sua direzione, dovunque si trovino, così tutti gli Io si volgeranno al Sole dello Spirito, alla Luce spirituale della Verità!»

Rudolf Steiner, “La promessa dello Spirito di Verità”, Colonia, 8 marzo 1907, in Il mistero cristiano, O.O. 97, traduzione di Giovanna Scotto

domenica 1 giugno 2025

Angelo musicante

Primo giugno
Rosso Fiorentino:
come la rugiada
di primo mattino
porta l'etere di luce
sull'erba e sulla strada,
che appoggia la guancia
sul liuto mentre arpeggia,
restituisce al cielo
quella luce di rugiada.
Possa questa musica di pace
far tacere il rumore degli spari
E ogni essere umano trovi pace
appoggiando la guancia
dove più gli piace e sia
dolce a tutti questo mese.

sabato 31 maggio 2025

Ridemovi

Era un ladro così illuminato che, anziché le bici, rubava i pali della luce.

Vedersi

Poi ci siamo visti

di che parlando non ricordo;

fu più importante non dirsi

niente nei nostri visi tristi,

ognuno all'altro sordo,

il cuore chiuso

e un occhio che ogni tanto

lacrimava dando la colpa

a un innocente moscerino.

(Ullallà, ullallà, ullallà)

Ballare un valzer risolse 

ogni cosa e ci sciolse

come baccalà

alla livornese.

Allora, ci vediamo tra un mese:

tu compra il pane e io la polpa.

domenica 27 aprile 2025

Domenica mattina

Da quando i giornali non esistono più, la domenica mattina i tavoli del bar sono occupati dalle tazze di cappuccini e caffè, o dai gomiti degli avventori che palpeggiano i loro telefoni intelligenti. Per quanto impegno ci mettano i telegiornalisti nel leggere le prime pagine di quelle cose che non esistono più, nessuno li prende in considerazione, si parla a malapena del papa o del calcio rimandato per il lutto di qualcuno che, senza voler mancare di rispetto, qualcosina meno del Cristo conterà. Un amico ce l'ha con la Meloni. Un altro con i baby pensionati. Io cerco di spiegare l'Antropocrazia, ma mi ascoltano con mezzo orecchio perché passa una ragazza di colore in canottiera alle otto e mezzo del mattino, pronta per correre lungo la ciclopedonale. Avrà i calori e noi no, ancora col piumino leggero indosso, patiti dall'umido di un aprile che avrà fatto contento quel trombone di Guccini che aspetta da sempre le piogge di questo mese come uno schiaffo improvviso.
Lascio il locale, e le chiacchiere, e l'imminente partita a briscola, tressette e scopa. Devo andare a correre anch'io, piano, molto piano, giusto per levarsi di dosso la nebbia della notte e dimenticare i mezzi sogni di ragazze in canottiera che sorridono solo a me.

venerdì 25 aprile 2025

Esequie semplici

Dalle scale in pietra che conducono al poggiolo, contornato di cipressi, dove la chiesa è ubicata, spuntano, tra gli interstizi del mattonellato, consunto e sconnesso, tarassachi, gramigna, digitarie e fienarole pieni di vigor primaverile. Non è caldo. La bara viene condotta in chiesa dal personale delle pompe funebri, una sola donna della fratellanza militare, che necessariamente si fa aiutare dai parenti e da alcuni amici di famiglia. La campana suona le dieci e il prete africano dà le ultime indicazioni ai lettori della Parola di Dio. Figli e nipoti si siedono nelle prime file. Inizia la celebrazione funebre, pacata, rapida, riscaldata soltanto da alcuni raggi di luce che entrano dal rosone dietro l'altare. Chissà se le nuove chiese le orientano sempre così, tenendo conto del sorgere del Sole, oppure se le costruiscono orientate verso Wall Street. 

Il mercedes carro funebre color avorio (è strano vedere un carro funebre con quel colore là), accoglie nuovamente la bara per il trasporto al cimitero comunale. La pura materia viene seppellita e gli involucri che la avvolgevano s'involano, la salutano senza troppo rimpiangere quel che resta chiuso dentro a un forno o sottoterra, con una croce e una fotografia per salutare chi passerà di là.  

domenica 20 aprile 2025

Non quel che si vede

Non quel che si vede c'è

ma c'è quel che non si vede

perché ciò che si vede

domani non è e non resta affiso

come quello che non si vede

come il viso di colui che dal Sole

è sceso e nella Terra si è intriso

facendola brillare così tanto

cambiandole natura dando

a essa il suo compito di essere

il seme per il prossimo futuro

atto creativo compiuto dalla creatura

che diventa l'ultimo creatore

se accoglie la Luce in sé

donata col suo corpo e col suo verbo

dal Signore.

martedì 18 marzo 2025

ReRami

 
O Europa: ti riarmi?
Io sto tra i rami
con le mani in mano
e mi ramo.
Non puoi negarmi
che i rami
siano le uniche armi
a riportare primavera
in un'Europa di allarmi
e di abbai
provocati da gendarmi
guerrafondai 
in camicia non più
nera ma gialla e blu.
Perché la guerra,
lo sanno anche i sassi,
è voluta dai satanassi,
è voluta da chi non ha soluzioni
per risolvere la crisi economica e sociale
l'inflazione, la disoccupazione, i dazi,
gli intrallazzi, la corruzione,
e non vede la sola via d'uscita possente
di togliere al denaro il potere
di vita o di morte sulla gente.
Gente costretta a combattere
o lavorare, o lavorare per produrre 
le armi o per sparare
tra i rami senza prender la mira:
magari si prendesse la rima
e si sparasse poesie come questa
che dice: fate morire il denaro
di poco, un quasi niente, una cifra
bastante che possa nutrire il pianeta
per non farlo morire, diventare di pietra.
Dare ad ogni moneta
la possibilità di concimare la terra:
il sogno di ogni diamante,
di ogni brillante la meta.
Europa, se ti riarmi
non posso riamarti;
se vuoi ricambiarmi
lascia le armi
e guarda i rami
nudi vestirsi di verde,
nell'incanto della primavera
nella sua magia
guarda tra i rami,
la vedi: è l'Antropocrazia.

Deuropa

L’Europa ha fallito il suo compito e il suo compito era quello di far evolvere il concetto di Stato e la sua forma “chiamata” democrazia in un’organizzazione sociale nuova che mettesse al centro del suo agire (non solo a parole) il diritto alla vita e alla libertà di ogni cittadino, ossia di ogni essere umano. Invece l’Europa è rimasta ancorata all’idea dello Stato, di un'entità che soverchia l’individuo, l’essere umano, il cittadino. Entità, lo Stato, che è un "ferro vecchio", un balocco pericoloso in mano a pochi giocatori “eletti” a danno di altri, i più, il cosiddetto popolo, libero soltanto di votare da chi sarà "rappresentato" e governato, cioè: comandato. Come se fosse ancora naturale essere rappresentati da qualcuno mediante la delega elettorale. Rappresentanti e governanti che, poi, sono degli agenti di commercio di chi detiene il capitale...

L’Europa ha mancato… o, meglio, preferisco dire sta mancando il suo compito… lascio ancora accesa una candela di speranza: e questa speranza si chiama Antropocrazia: dal governo del Demos, al governo dell’Anthropos, la sola via d’uscita concreta per risolvere la questione sociale e far sì che la società, appunto, non cada nel baratro della guerra di tutti contro tutti e la sola soluzione fattibile affinché si realizzino compiutamente i sacri principi di Libertà, di Uguaglianza e di Fraternità.

domenica 16 febbraio 2025

Il coraggio della libertà

Conferenza tenuta da Rudolf Steiner agli operai della Daimler il 25 aprile 1919 a Stoccarda col titolo: «La solidarietà nel sociale: come e cosa fare». 

Io l'ho letta e mi sono entusiasmato e per questo la condivido. Ah, l'edizione è di dominio pubblico e quindi replicabile, basta citare la fonte.

domenica 2 febbraio 2025

Candelora

1. 
Non sono più abituato a tenere un diario, privato o pubblico. Direi che tutto è mutato negli ultimi cinque anni. Gradualmente, i punti di riferimenti ideologici che informavano il mio pensiero sulla questione sociale sono franati. Cinque anni fa, qui in Italia, i poteri dello Stato (tutti i poteri, compreso il quarto e il quinto) hanno mostrato le loro fauci. Fauci compreso. Quindi non è questione di giocare le parti in commedia della politica destra sinistra centro, con le loro vane dispute che non portano a niente. E neanche pensare di "rivoluzionare" mutando i rapporti di "forze", in pratica: l'abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione, giacché se la produzione muta "padrone" e finisce in mano allo Stato, o diventano "padroni" gli operai (i capipopolo o chicchessia), il fatto è che non si muta, nella sostanza, la sola cosa importante da mutare: mettere al centro l'individuo, l'essere umano, per garantirgli il diritto alla vita e la libertà dalla schiavitù del lavoro (l'andante: "chi non lavora non mangia, è identico al "chi non si vaccina non lavora e non mangia"). 

2.
Oggi, la Candelora, festa della Luce. Siamo a metà inverno, a metà strada tra il solstizio d'inverno e l'equinozio di primavera. Come garantire, quindi, a ogni essere umano il diritto alla vita dalla nascita alla morte e, al contempo, la libertà dalla schiavitù dal lavoro senza mutare i rapporti di forze e conservare il guscio (protettivo) dello Stato che si occupa solo della giustizia?

3.
Quello che è accaduto negli ultimi anni non è solo una disgrazia, ma anche una "grazia", giacché ho incontrato (sono andato incontro) all'antroposofia e all'antropocrazia, a mio avviso le uniche reali e concrete Vie di uscita che vincono il pessimismo, il buio e la tenebra e offrono a ogni essere umano vera Luce.

4. 
Tutti i pensieri che aprono orizzonti e che prospettano soluzioni alla questione sociale possono essere considerati "utopistici", un po' folli, ingenui. Eppure, se si hanno a cuore gli esseri umani, occorre pensarli; occorre vagliare, esaminare e - soprattutto - scartare. Ma se si ci si addentra nell'analisi dello stato di cose presente e si cerca di vedere dove sono le falle del sistema che impediscono a ogni essere umano di essere libero di vivere senza essere obbligato a niente (non al lavoro, non alla scuola, non alla cura, non alla fede), s'intravvede che già adesso, con pochi accorgimenti, si potrebbe iniziare a ottenere da domani questo imprescindibile e incontestabile diritto per tutti.

5. 
Come? Prendiamo l'Italia (anzi: questo vale soprattutto per l'Italia). In estrema sintesi: 
a) abolizione totale di tutte le tasse, di tutte le imposte, di tutti i tributi e di tutti gli obblighi previdenziali. Questo porterebbe alla
b) diminuzione dei prezzi delle merci e delle prestazioni lavorative e al raddoppio del potere di acquisto di tutto il denaro esistente.
c) Con questo denaro rivalutato, viene estinto, una tantum, il debito pubblico. 
e) Sulla massa monetaria restante porre una decurtazione monetaria (tassa unica sul denaro) piccola e ineludibile (secondo certi calcoli si parla del 10% annuale), che impedisce l'ingiusta speculazione finanziaria parassitaria dell'economia reale.
f) In contropartita, con una parte del ricavato di tale "tassa" è emesso, per ogni cittadino, un reddito di esistenza in modo incondizionato, dalla nascita alla morte, tale da assicurare il diritto a una vita libera e dignitosa.
g) Con l'altra parte si finanzia lo Stato, che si occupa soltanto dell'amministrazione della Giustizia, con giudici eletti direttamente e periodicamente dai cittadini, e della pubblica sicurezza, con personale che farà questa professione per scelta e non per necessità sotto le direttive della Magistratura.
h) Lo Stato, dunque, non si occuperà più di economia (che sarà totalmente libera) né di Cultura (via ogni obbligo scolastico) né di Sanità (libertà totale di cura e chi teme che questo non sia sostenibile, si fa notare che già oggi la sanità non è gratuita, che oltre alle tasse dirette prese dal reddito, vi sono i "ticket" e già la sanità privata è una realtà di fatto)
i) Non avranno più senso i "partiti politici" perché non ha più senso che un individuo sia rappresentato politicamente da un altro.

6.
Grazie a queste misure studiate, elaborate e proposte da Nicolò Giuseppe Bellia, ogni individuo è libero e l'unico legittimo sovrano della vita sociale e tutte le istituzioni sono poste al suo esclusivo servizio. 

Ecco, oggi ho voluto accendere questa candela. Secondo me fa molta luce.

giovedì 23 gennaio 2025

Le sei giare

Potrei comunque dirti che stasera il cielo,
nelle sue variazioni di blu e bianco della Luna,
rispecchia esattamente il sentimento
di essere anch'io un punto di luce nello spazio,
un essere che brilla in quanto spirito,
luce che a niente servirebbe
se illuminasse solo il perimetro dell'io
e non si unisse alla luce dei punti altri
per rischiarare il corpo della Terra.

E se anche ognuno può 
dire solo ‘io’ a sé stesso, 
il nostro ‘io’ è là fuori di noi, è in tutti
coloro che incontriamo, 
molto più di quanto sia dentro 
la pelle o le ossa di ciascuno.
Riceviamo il nostro ‘io’ da ogni parte 
e, quando lo riconosciamo nello sguardo altrui,
le campane suonano a festa per la gioia 
di ritrovarsi e vedere che tra noi
si tesse qualche cosa, una trama 
che trasforma l'acqua in vino
per gli invitati alle nozze di Cana. 

L'amore della Madre e la saggezza del Logos
operano finalmente dentro noi mentre riempiamo
di acqua e luce fino all'orlo le sei giare.

lunedì 6 gennaio 2025

Cielo capovolto

     Pensarsi come cielo capovolto:

pensare al volto, pensare al capo.

Lasciare che la pioggia bagni il corpo

e le nuvole ridisegnino daccapo

il corpo rivolto verso il cielo

il cielo riposto dentro al capo.


Osservare l’imbrunire presso un porto

il rischiarare dell’alba su da un clivo

e congiungere i due punti dentro a un punto

come se lì ci fosse tutto il vivo

svolgersi del tempo

l’espandersi e il contrarsi dello spazio

proprio come se in quel momento

cogliessimo la primordiale fragola

dal sapore così dolce che non muore.


E, nel velluto della notte, trapuntarsi

le stelle dentro al petto perché il cuore

le trasformi tutte in pensieri d’amore

in un’azione che si fa perché si deve fare

senza aspettarsi niente se non l’amore

per l’umana gente che rispecchia

negli occhi quel che siamo

tutti i nostri nomi scritti nella storia

e che sono stati posti dall’Alto

verso il Basso, come cielo capovolto

per vedere Dio in ogni capo,

per guardare il Cielo in ogni volto.