sabato 20 gennaio 2024

Aut aut

«La grandissima rottura deve ancora venire, è una piccola rottura in virtù della quale o si cade nella gregarietà di comportamenti di massa ispirati dalla paura, da arcaiche leggi giacenti nelle profondità o si acquista una più matura coscienza dell'io, ovvero la consapevolezza che aver cura dei propri pensieri e dei propri sentimenti, non pensare con superficialità, non pensare odiando, tutto questo agisce nella realtà al di là dei mass media. I mass media sono divenuti gli interpreti della massificazione, della potenza con cui i simboli spingono le anime umane esattamente come le maree che si alzano e si abbassano. Gli individui coscienti, all'interno di questa situazione, non possono non percepire la responsabilità che avranno, sempre più, delle cose che pensano e che sentono. Non si può più andare per strada e guardare, ad esempio, un immigrato senza percepire che dal modo in cui lo guardi tu trasmetti diffidenza, odio, sospetto oppure rispetto, attesa. Ognuno è in qualche modo chiamato a una maggiore responsabilità riguardo alla propria vita interiore. Questo processo nel suo insieme indica che la vita umana acquisisce senso proprio perché va al di là dell'orizzonte animale e che il grande tema della biografia non è semplicemente il tema della propria personale esistenza, perché essa è indissolubilmente legata all'esistenza della comunità, mai come oggi il legame tra l'individuo e la comunità si è fatto forte e percepibile nelle due direzioni, quella del subire passivamente la propria gregarietà o quella del proporre coscientemente pensieri e sentimenti che correggano delicatamente ma fermamente l'evoluzione dei tempi, cioè la vita stessa della comunità. L'uomo è oggi ancora una volta davanti all'enorme problema di comprendere che egli può parlare di una biografia solo se individua il senso della propria esistenza».

Giuseppe Leonelli, Castiglione Chiavarese, Novembre 2001

mercoledì 17 gennaio 2024

Andavo a 30 km/h

 


Se i sindaci di Milano e Bologna facessero andare a trenta all'ora gli aeroplani, l'aria sarebbe più pulita anche dentro il loro cervello democratico.

domenica 14 gennaio 2024

Die Philosophie der Freiheit



Facciamo così: per praticità, mi limiterò a pubblicare “solo” alcuni estratti de La filosofia della libertà.
Per chi volesse, comunque, in vari formati digitali, il testo integrale a cui faccio riferimento si trova qui.


sabato 13 gennaio 2024

L'azione umana cosciente 3

 5. Poiché abbiamo qui davanti a noi una concezione chiara e
chiaramente espressa, ci sarà anche facile scoprire l’errore fon-
damentale che in essa si nasconde. Come è necessario che la
pietra compia un determinato movimento in seguito ad una spin-
ta, cosi dovrebbe essere necessario che l’uomo compia una certa
azione, quando vi è spinto da una qualche causa.
E soltanto perché l’uomo ha coscienza della sua azione,
egli si riter­rebbe libero autore dell’azione stessa; trascurerebbe
però di vedere che vi è una causa che lo spinge, a cui egli deve
incondizionatamente assoggettarsi. L’errore di questo ragiona-
mento è presto trovato. Spinoza, e tutti quelli che pensano co-
me lui, dimenticano di notare che l’uomo non ha soltanto co-
scienza della propria azione, ma può aver coscienza anche
delle cause dalle quali è guidato all’azione. Nessuno contesta
che il bambino non è libero nel desiderare il latte, come non è
libero l’ubriaco, quando dice cose di cui più tardi si pentirà.
Entrambi ignorano completamente le cause che sono attive nel-
le profondità del loro organismo e sotto la cui incontrastabile
costrizione essi si trovano. Ma è giustificato mettere in un fa-
scio azioni di tal genere con azioni nelle quali l’uomo non sol-
tanto è cosciente del proprio agire, ma anche delle cause che ve
lo spingono? Sono forse le azioni degli uomini tutte di un unico
genere? L’azione del guerriero sul campo di battaglia, quella
dello studioso nel laboratorio scientifico, e quella dell’uomo
di stato nelle più intricate circostanze diplomatiche, possono
seriamente essere messe allo stesso livello con l’azione del
bambino che cerca il latte? È ben vero che un problema si risol-
ve tanto più facilmente quanto più semplice è il caso di cui si
tratta. Ma è anche vero che già molte volte l’incapacità di di-
scernimento ha portato ad una confusione senza fine. Ed è una
differenza assai profonda quella che corre fra il caso in cui so
perché faccio una cosa e il caso in cui non lo so. A tutta prima
questa sembra essere una verità evidente. Eppure gli opposito-
ri della libertà non si chiedono mai se un motivo della mia
azione, che io riconosca e compenetri, rappresenti per me una
coercizione nello stesso senso in cui per il bambino è coercizio-
ne il processo organico che lo fa gridare per il latte.

venerdì 12 gennaio 2024

L'azione umana cosciente 2

 2. Ciò sembra evidente. Tuttavia i principali attacchi degli
oppositori della libertà si rivolgono, fino ad oggi, esclusiva­mente
contro la libertà di scelta. Persino Herbert Spencer, le cui vedute
guadagnano ogni giorno di estensione, dice nei Principii della
psicologia: «Che ciascuno di noi, a suo piacimento, possa desi-
derare oppure non desiderare una cosa – il che, in fondo, è l’assio-
ma principale del dogma del libero arbitrio – è negato tanto
dall’analisi della coscienza quanto dal contenuto dei precedenti
capitoli (della Psicologia)». Dallo stesso punto di vista partono
anche altri, nel combattere il concetto del libero arbitrio. In ger-
me, tutte le considerazioni al riguardo si trovano già in Spinoza.
Ciò che questi aveva det­to in modo chiaro e semplice contro l’i-
dea della libertà, fu dopo di lui ripetuto innumerevoli volte, ma
generalmente invi­luppato nelle dottrine più cavillosamente teore-
tiche, sicché è diventato difficile ritrovare il filo semplice e diret-
to del ragionamento, che è l’unico che abbia importanza. In una
lettera dell’ottobre o del novembre 1674, Spinoza scrive: «Io chia-
mo libera una cosa che esiste e agisce per semplice volontà della
sua natura, e forzata quella che viene invece determinata
all’esi­stenza e all’azione, in modo preciso e fisso, da qual-
cos’altro. Così, per esempio, Dio esiste liberamente, benché
necessaria­mente, perché sussiste soltanto per la necessità della
sua propria natura. E così Dio conosce liberamente se stesso
ed ogni altra cosa, poiché soltanto dalla necessità della sua
natura consegue che egli tutto conosca. Voi vedete dunque che
io faccio consistere la libertà non in una libera decisione, ma
in una libera necessità. 
3. «Scendiamo ora alle cose create, che vengono tutte deter­-
minate all’esistenza e all’azione, in modo fisso e preciso, da cau-
se esterne. Per comprendere più chiaramente, consideriamo un
caso semplicissimo. Per esempio, una pietra, cui venga comuni-
cata da una spinta esterna una certa quantità di moto, continua
necessariamente nel moto, dopo che la spinta della causa esterna
sia cessata. La persistenza della pietra nel suo moto è quindi
forzata, e non necessaria, perché deve essere definita dalla spin-
ta di una causa esterna. Quello che qui vale per la pietra, vale per
qualsiasi altra singola cosa, per quanto complessa possa essere:
ogni cosa, cioè, viene necessariamente determinata ad esistere e
ad agire, in modo fisso e preciso, da una causa esterna.
4. «Immaginate ora voi, per favore, che la pietra, mentre si
muove, pensi e sappia che sta sforzandosi, per quanto può, a
perseverare nel suo movimento. Questa pietra, ora cosciente
del suo sforzo e per nulla indifferente nel suo comportamento,
crederà di essere completamente libera, e di persistere nel suo
movimento per nessun’ altra causa se non perché lo vuole. Ma
questa è quella libertà umana che tutti ritengono di possedere,
e che consiste solo in questo: che gli uomini sono coscienti dei
propri desideri, ma non conoscono le cause da cui essi vengo­
no determinati. Così il bambino crede di desiderare libera-
mente il latte, il ragazzo irato crede di desiderare liberamente
la vendetta, il timido la fuga. Così l’ubriaco crede di dire per
sua libera volontà quelle parole che, tornato in sé, vorrebbe
non aver dette; e poiché tale pregiudizio è innato in tutti gli uo-
mini, riesce molto difficile disfarsene. Infatti, se anche l’espe-
rienza insegna sufficientemente che nulla gli uomini sanno do-
minare così poco come i propri desideri e che, mossi da opposte
passioni, essi vedono il meglio ma seguono il peggio, pur tutta-
via si ritengono liberi; e proprio per questo: che vi sono cose che
essi desiderano di meno, e che certi desideri si possono facilmen-
te domare per mezzo del ricordo di altri, a cui si pensa spesso».

mercoledì 10 gennaio 2024

L'azione umana cosciente

Da oggi, finché ne avrò voglia, pubblicherò à la mode de Pierre Menard, la Filosofia della Libertà di Rudolf Steiner. Così me lo riscrivo e me lo rileggo piano piano. Un paragrafo per volta, a partire dal primo capitolo e via andare. Avanti.

§§§

1. È l’uomo, nel suo pensare ed agire, un essere spiritual-
mente libero, o sta egli sotto la costrizione di una ferrea necessi-
tà basata su leggi puramente naturali? Su poche questioni si è
tanto aguzzato l’ingegno umano quanto su questa. L’idea della
libertà del volere ha trovato caldi sostenitori e ostinati opposito-
ri, numerosissimi gli uni e gli altri. Vi sono uomini che, nel loro
pathos morale, chiamano addirittura spirito ri­stretto chiunque
possa negare un fatto così palese come la libertà. Di fronte a loro
stanno altri che considerano invece il colmo della non-scientifi-
cità il credere che la necessità delle leggi della natura rimanga
sospesa nel campo dell’agire e del pensare umano. Una stessa
cosa vien proclamata, nel mede­simo tempo, o il più prezioso be-
ne dell’umanità, o la peggiore illusione. Infinito acume è stato
applicato per spiegare come la libertà si accordi col procedere
della natura, alla quale pur l’uomo appartiene. Con non minore
fatica è stato tentato, dall’altra parte, di spiegare come sia potuta
sorgere una simile illusione. Chiunque non abbia per tratto pecu-
liare del suo carattere il contrario della posatezza, sente che qui
si sta di fronte ad uno dei più gravi problemi della vita, della re-
ligione, della pratica e della scienza. E fa parte dei tristi indizi
della superficialità del pensiero odierno il fatto che un libro, il
quale, in base ai risultati delle più recenti ricerche sulla natura,
vorrebbe coniare una «nuova fede.» (David Friedrich Strauss,
La vecchia e la nuova fede), non contenga su questo problema
altre parole che le seguenti: «Nella questione della libertà del
volere umano non dobbiamo qui impegnarci. La supposta indif­
ferente libertà di scelta è stata sempre riconosciuta come un
vuoto fantasma da ogni filosofia che fosse degna di tal nome; la
determinazione del valore morale delle azioni e delle inten­zioni
umane resta d’altronde indipendente da quel problema». Non ho
citato questo passo perché io sia d’avviso che il libro dello
Strauss abbia speciale importanza; ma perché esso mi sembra
esprimere l’opinione fino alla quale riesce ad innal­zarsi, nel
campo di questo problema, la maggioranza pensante dei con-
temporanei. Attualmente ognuno che pretenda di pos­sedere al-
meno i primi elementi della scienza par che sappia che la libertà
non può consistere nella scelta completamente arbitraria, fra
due azioni ugualmente possibili, dell’una oppure dell’altra. Si
ritiene che vi sia sempre una causa interamente determinata per
cui, fra parecchie azioni possibili, una soltanto viene portata a
compimento.




sabato 6 gennaio 2024

ἐν ἀρχῇ ἦν ὁ λόγος

 

E il Logos è divenuto carne
ed ha posto tenda in mezzo a noi
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
la manifestazione del Figlio unigenito del Padre,
colmo d’amore e di verità.
Giovanni rende testimonianza a lui
e annuncia con voce possente:
“Questi è Colui del quale io dissi:
- Colui che viene dopo di me
è stato prima di me
poiché è il mio prototipo.”

sabato 30 dicembre 2023

Cosa sono gli Stati?

 « Se non è rispettata la giustizia, che cosa sono gli Stati se non delle grandi bande di ladri? Perché anche le bande dei briganti che cosa sono se non dei piccoli Stati? È pur sempre un gruppo di individui che è retto dal comando di un capo, è vincolato da un patto sociale e il bottino si divide secondo la legge della convenzione. Se la banda malvagia aumenta con l'aggiungersi di uomini perversi tanto che possiede territori, stabilisce residenze, occupa città, sottomette popoli, assume più apertamente il nome di Stato che gli è accordato ormai nella realtà dei fatti non dalla diminuzione dell'ambizione di possedere ma da una maggiore sicurezza nell'impunità. Con finezza e verità a un tempo rispose in questo senso ad Alessandro il Grande un pirata catturato. Il re gli chiese che idea gli era venuta in testa per infestare il mare. E quegli con franca spavalderia: "La stessa che a te per infestare il mondo intero; ma io sono considerato un pirata perché lo faccio con un piccolo naviglio, tu un condottiero perché lo fai con una grande flotta". »

 

Agostino, De civitate Dei, IV

mercoledì 27 dicembre 2023

La Calla

In cima, sul cippo di sassi,
ruzzolassi di sotto
sospinto dal vento
fin sotto in Romagna
e là mi sdraiassi 
in piazza, a Santa Sofia.

E tu arrivi, da Stia,
e sopra mi passi, e vai via,
e fai finta di niente
come se tu, indifferente,
non giudicassi
il mio stare sdraiato
a ricordarmi ventenne
a drizzare le antenne
sugli occhi degli altri,
i giudicanti.

A volte mi chiedo
se anche tu mai ti chieda
dove sia quell’amore
che intercorse tra noialtri,
ora che altri siamo
e camminiamo, come tanti,
tra la perduta gente
in Romagna o in Toscana,
indifferente.

Io ho provato pure a dare
una risposta: è finito lassù
sulla costa di luna che confina
tra luce e tenebra, e rimpalla 
tra l'essere e il non essere più

tal quali le ombre mutate dai venti
e dai rami, qui, nel freddo,
su questo cippo di sassi,
in cima al Passo della Calla.

sabato 23 dicembre 2023

La forca e l'albero di Natale

« Ma di tutto quanto avveniva intorno a me io non mi rendevo conto che in modo saltuario e indistinto. Pareva che la stanchezza e la malattia, come bestie feroci e vili, avessero atteso in agguato il momento in cui mi spogliavo di ogni difesa per assaltarmi alle spalle. Giacevo in un torpore febbrile, cosciente solo a mezzo, assistito fraternamente da Charles, e tormentato dalla sete e da acuti dolori alle articolazioni. Non c’erano medici né medicine. Avevo anche male alla gola, e metà della faccia mi era gonfiata: la pelle si era fatta rossa e ruvida, e mi bruciava come per una ustione; forse soffrivo di più malattie ad un tempo. Quando venne il mio turno di salire sul carretto di Yankel, non ero più in grado di reggermi in piedi.
Fui issato sul carro da Charles e da Arthur, insieme con un carico di moribondi di cui non mi sentivo molto dissimile. Piovigginava, e il cielo era basso e fosco. Mentre il lento passo dei cavalli Yankel mi trascinava verso la lontanissima libertà, sfilarono per l’ultima volta sotto i miei occhi le baracche dove avevo sofferto e mi ero maturato, la piazza dell’appello su cui ancora si ergevano, fianco a fianco, la forca e un gigantesco albero di Natale, e la porta della schiavitù, su cui, vane ormai, ancora si leggevano le tre parole della derisione: “Arbeit Macht Frei”, “Il lavoro rende liberi” ».

Primo Levi, La tregua, Einaudi, Torino 1963

In queste settimane, mesi, di distruzione di Gaza, di bombardamenti e fucilazioni dell'esercito dei massacratori che fanno i videini per far vedere quanto sono bravi, potenti, ironici e lottano soprattutto per la libertà dei valori occidentali, ho pensato spesso a Primo Levi e proprio oggi, parlandone con un amico, gli ho detto che, di fronte a tanto orrore (giustificato da pochi figli e molti nipoti ché hanno la patente ufficiale di vittime rilasciata dai padri e dai nonni che furono vittime dei campi di concentramento nazisti), se fosse ancora vivo, Primo Levi non sarebbe stato zitto e/o avrebbe giustificato in alcun modo la barbarie voluta dal governo e compiuta dall'esercito israeliani; e di fronte a tale impotenza si sarebbe buttato dalle scale di nuovo. 
Il mio amico ha aggiunto: «Sarebbe salito due piani più su».

domenica 17 dicembre 2023

Al via la campagna


 Curiosità: vorrei sapere perché gli addetti strafatti ai lavori insistono con il termine “campagna” anziché usare, per esempio: montagna, collina, pianura. O, forse, meglio sarebbe utilizzare il deserto?

giovedì 14 dicembre 2023

sabato 2 dicembre 2023

Quant'è?

Colazione al bar. Tv accesa sulla rassegna stampa credo del tg sky. La conduttrice legge le prime pagine, tra queste pure quella del New York Times che racconta come Israele sapesse dei piani d'attacco di Hamas da almeno un anno. La conduttrice sottolinea: «pare sapesse», tre secondi e via sul prossimo titolo di un giornale che si occupa del caso della ragazza uccisa (pare?) dal fidanzato e, su questa notizia, la conduttrice legge: titoli, sottotitoli, occhiello, articoli, inchiesta, intervista, interrogatorio al presunto colpevole, commenti dei lettori, presentazione del libro della nonna della ragazza uccisa, cinque minuti di fila sul pezzo. Oltre a me, davanti alla tv, c'erano quattro pensionati, un cane e il barista. Quant'è?