«La grandissima rottura deve ancora venire, è una piccola rottura in virtù della quale o si cade nella gregarietà di comportamenti di massa ispirati dalla paura, da arcaiche leggi giacenti nelle profondità o si acquista una più matura coscienza dell'io, ovvero la consapevolezza che aver cura dei propri pensieri e dei propri sentimenti, non pensare con superficialità, non pensare odiando, tutto questo agisce nella realtà al di là dei mass media. I mass media sono divenuti gli interpreti della massificazione, della potenza con cui i simboli spingono le anime umane esattamente come le maree che si alzano e si abbassano. Gli individui coscienti, all'interno di questa situazione, non possono non percepire la responsabilità che avranno, sempre più, delle cose che pensano e che sentono. Non si può più andare per strada e guardare, ad esempio, un immigrato senza percepire che dal modo in cui lo guardi tu trasmetti diffidenza, odio, sospetto oppure rispetto, attesa. Ognuno è in qualche modo chiamato a una maggiore responsabilità riguardo alla propria vita interiore. Questo processo nel suo insieme indica che la vita umana acquisisce senso proprio perché va al di là dell'orizzonte animale e che il grande tema della biografia non è semplicemente il tema della propria personale esistenza, perché essa è indissolubilmente legata all'esistenza della comunità, mai come oggi il legame tra l'individuo e la comunità si è fatto forte e percepibile nelle due direzioni, quella del subire passivamente la propria gregarietà o quella del proporre coscientemente pensieri e sentimenti che correggano delicatamente ma fermamente l'evoluzione dei tempi, cioè la vita stessa della comunità. L'uomo è oggi ancora una volta davanti all'enorme problema di comprendere che egli può parlare di una biografia solo se individua il senso della propria esistenza».
Giuseppe Leonelli, Castiglione Chiavarese, Novembre 2001