«Che sia merito delle intense e indecenti campagne disinformative della politica o della mediocrità dei media, che dipenda dalla nostra disperata necessità di sentirci protetti o da altre più complesse motivazioni culturali, il dato di fatto è che gli italiani, con il piccolo individualismo che li contraddistingue, ciò che impedisce loro – da sempre – di sentirsi “un Paese”, dei migranti non ne possono più.»
Eccone un altro che, con disinvoltura miserevole, passa dal noi al loro, perché non sia mai che lui, vero, dall'alto della sua nobile professione di divulgatore informatico e consulente aziendale di una multinazionale a caso, si senta parte della collettività cialtrona degli italiani che si sono rotti i coglioni della immigrazione alla cazzo di cane sparsa sul selciato del suolo patrio senz'altra politica che quella dell'accoglienza perché l'ha detto il Papa, della beneficenza un tanto al chilo, del vediamo se poi si inseriscono nel mondo del lavoro a fare i braccianti per quelle imprese che offrono impiego sotto il sole sotto il sole di Riccione di Riccione (metafora) e il resto, boh, speriamo che prendano la via del Nord Europa e non stiano a bivaccare per le piazze, le stazioni, i supermercati, o ingrossare le file di alcune bande metropolitane già ben organizzate in variegate tipologie di crimine, e così via.
«Perché l’umanità, francamente, non è più da tempo moneta di scambio fra la politica e i suoi elettori. È un sacchetto di rifiuti rancido del quale tutti cercano di liberarsi al più presto.»
Orbene, se l'umanità è spazzatura, per la spazzatura la battaglia è finire più tardi possibile dentro l'inceneritore o nella discarica. È la cosiddetta guera tra morti de fame, tra quelli che ciànno du' etti de prociutto da mette'n tavola e queli che 'nvece je tocca annà a raccattallo nella monnezza, appunto.
I primi devono per forza sentirsi in colpa del proprio rozzo razzismo, del fatto che non aggiungono un posto a tavola per condividere il companatico, per non comportarsi, insomma, da buoni samaritani e quando vedono arrivare migranti in continuazione (perché di continuo i media parlano di sbarchi) pensano: "Ma non finiscono mai? Anche i samaritani, nel loro piccolo, si stufano".
Come se il problema dei flussi migratori fosse legato alla bontà d'animo o alla grettezza delle singole persone o alla psicologia delle masse, come sostanzialmente pensano le anime belle e buone dell'editorialismo nostrano, Saviano in testa che scrive:
«Avverto i miei lettori: tutti coloro che non si inseriscono nella canea anti immigrazione e contro le Ong saranno soli. In questo momento l'odio verso le Ong e verso gli immigrati non ha pari, magari le mafie avessero avuto contro tutto questo impegno e questa solerzia. Facciamoci forza, io ne sono consapevole. Bersagliati dalle più basse menzogne, ci vedremo sui social sommersi dalle più comuni banalità. Sarà un profluvio di "portateli a casa tu", "vi fate pagare per fare le anime belle", "buonisti". Ma pazientemente, smontando il fuoco di fila delle bugie ne verremo fuori. »
Perché la buttano sull'odio, sulla cattiveria e i bassi istinti delle persone? Perché è semplice restare in superficie, vedere solo un aspetto, non guardare in prospettiva e non riuscire a fare uno più uno più uno.
Intanto li invito a leggere questo addendo.
1 commento:
"saranno soli"
bisogna essere per forza un grande scrittore per scavare una metafora così.
io non vedo d'attorno altro che gente, cazzo. e sempre di più.
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