Ho alzato gli occhi al cielo stasera, ma gli astri non raccontavano niente: non avevano voglia, pare, di facilitare un pensiero poetico; mi hanno detto, anzi, di rientrare, perché non sempre si può ottenere ispirazione guardandoli. Sicché, rammaricato, sono rientrato in casa, con poche parole attaccate alla mente. A proposito: non c'era neanche la Luna, stasera, ché andata a letto presto, al crepuscolo. Forse che sia lei, anche soltanto con il suo bagliore, a essere la principale sponda di aggancio con lo spazio infinito, il primo salto per staccarsi veramente da Terra?
Non saprei. Vedo piuttosto il tutto come una scusa, una giustificazione spiccia per i mancati turbamenti esistenziali o erotici che, sovente, lo spettacolo della volta celeste offre.
Me ne andrò così a letto, un po' più malinconico del solito, tenendo gli occhi aperti su verso il nero del soffitto, fino a riempirli di sonno. E poi sognare, forse.
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