Ci sono dei posti in Italia in cui d'agosto non c'è nessuno, anche quei pochi passanti sono nessuno, io stesso, i portici, le luci accese, spente, e fontane che zampillano il niente. Sono belle sere queste d'agosto in cui l'assenza vale più che l'essenza e i concerti, le sagre, le feste, i fuochi d'artificio si sentono lontani lontani, e le macchine sembrano tutte senza tubo di scappamento. Sere d'agosto benvenute, in cui non ti viene neanche sonno a stare senza far niente sotto un tiglio che incolla le ciglia agli occhi che tentavano di mimarlo. Sere d'agosto che nemmeno d'inverno: ti passano accanto deputati piddini che hanno tentato di convincere pochi astanti alle feste del cinghiale in umido sulla bontà del votare un cazzo al referendum, nessuno li riconosce, io a mala pena perché avevo letto su un manifesto che c'erano, su manifesti che ti metti a leggere soltanto in certe sere d'agosto quando le uniche facce che incontri sono quelle stampate sui manifesti, le altre sono colonne, pali della luce, cartelli stradali che indicano Roma non esiste, è un'astrazione, come la terrazza del Pincio una sera d'agosto come questa con due presenze belle abbracciate e adesso così distanti assenze.
1 commento:
solo dei privilegiati come noi possono permettersi queste serate, i comuni mortali sono invece accalcati sulle spiagge, a sguazzare nell'acqua fetida, o a sudare su per i monti. e poi le code del rientro, il trauma di tornare al lavoro. meglio starsene a casa. io e te.
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