La questione delle macchine (di Tom Standage, The Economist, pubblicato in traduzione da Internazionale la settimana scorsa) è un interessante articolo dedicato all'intelligenza artificiale, dove si racconta lo stato dell'arte della robotica, quali sono le prospettive per il futuro, con particolare attenzione ai timori e alle speranze che tale settore di ricerca infonde.
Una delle preoccupazioni di carattere etico che mi hanno incuriosito - e che riporto - è proposta da un filosofo di Oxford, Nick Bostrom. Si tratta di un esperimento mentale:
«Immaginate un'intelligenza artificiale programmata per fabbricare graffette che decide di produrne il maggior numero possibile, dice Bostrom. Dedica tutte le sue energie alla fabbricazione e resiste a ogni tentativo di distrarla dal compito. Alla fine “comincerà a trasformare la Terra e porzioni sempre più grandi dello spazio in fabbriche di graffette”. Quest'ipotesi apparentemente demenziale serve a dimostrare che le intelligenze artificiali non devono necessariamente avere motivazioni o psicologie simili a quelle umane».
Dopo l'esperimento mentale suggerisco al filosofo e ai suoi allievi di fare un esperimento corporale prendendo spunto dal corpo sociale:
Immaginate un'intelligenza economica programmata per fabbricare merci (quali che siano, dalle graffette alle mine antiuomo) dalle quali ottenere un sovrappiù di denaro in rapporto a quello che è stato investito per produrle. Essa, intelligenza economica, dedica tutte le sue energie alla fabbricazione e resiste a ogni tentativo di distrarla dal compito. Alla fine comincerà a trasformare la Terra e porzioni sempre più grandi dello spazio in fabbriche per la produzione di merci. Questa non è un'ipotesi: è la realtà. Una realtà piuttosto demenziale che dimostra che la specie umana è già in ostaggio di un sistema economico e produttivo che ritiene naturale e imprescindibile. Ma non è così.
È specificità del capitalismo far sì che la produzione sia destinata ad unico scopo: avere valore di scambio, in modo tale da far accrescere il capitale iniziale con il quale la merce è stata progettata, costruita e messa sul mercato. Se la merce non troverà il suo realizzo, allora resterà cosa morta, pronta a marcire nel magazzino mondo, inutilizzata, arrugginita, in breve: scartata, piuttosto che a dar corso al semplice valore d'uso, a gratis.
È il capitale stesso il già operante soggetto automatico programmato il cui movente, assurdo e irrazionale, «costituisce una minaccia esistenziale per l'umanità»; ne sia prova che la quasi totalità dell'agire umano è mercificato, costretto in un rapporto di assillante ricerca di denaro o per moltiplicarlo o per sopravvivere. Eccolo, la vera Intelligenza artificiale che ci guida e determina, ci agisce, dalla culla alla tomba: One dollar, il dio nel quale noi confidiamo.
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