martedì 2 agosto 2016

La rabbia e il cancro

Tra la rabbia (Trump) e il cancro (Clinton), Panebianco sceglie il cancro. Lo sceglie perché s'illude che, prolungando la solita politica praticata da alcuni decenni a questa parte, la nave ammiraglia possa trallallero continuare il girotondo intorno al mondo come se niente fosse accaduto, come niente stesse accadendo, come se coloro che già sono stati sul ponte di comando garantiranno, se eletti ammiragli, una migliore navigazione rispetto a quelli che - forti dell'incaglio in cui è stato condotto il bastimento - si dicono sicuri di disincagliarlo con la rabbia propria dei «neo-nazionalisti schiamazzanti di vario colore»¹ (sempre più tendente al tetro e/o all'orrido).
Quel che conta è crederci e restare - mi raccomando! - dentro le categorie dello sfacelo democratico e sempre ben saldi nel campo dei possibili, ovverosia dei più probabili modi per restare nel pantano. 

Bravo Panebianco, bravo testa di professore ordinario dai pensieri ordinari, nel senso che sono diuturnamente ispirati dall'ordine costituito. Un ordine che si va decomponendo, ma ex-cathedra pare di no.

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¹ Tomasz Konicz, Halt ze German advance.

4 commenti:

giovanni ha detto...

Sono andato al blog segnalato in fondo al tuo articolo e ho sbirciato un po': un'osteria preistorica, più che archeologia... paleontologia.
Scusa.

Luca Massaro ha detto...

E di che?
A parte ch'è un blog che offre tradotti articoli che mi interessano, nel caso specifico segnalo, appunto, l'articolo di Konicz che mi sembra di molto di attualità.

UnUomo.InCammino ha detto...

Il problema è molto più grave di quanto appaia.
Ad esempio, se vai a vedere il formicolante strato degli squadristi rossi che vanno a "correggere" Panebianco al pensiero unico ortodosso, ecco, alcuni di questi antagonisti come i collaborazionisti No Borders, sono finanziati dalla peggior finanza sì global, ultraspeculativa, quella di Soros, ad esempio.

Quindi il più sano c'ha la rogna.
E' chiaro che una pazza invasata con una hybris progressista e moralisticheggiante come la Clinton sia, sostanzialmente come lo sono gli USA dal XX secolo, il problema n° 2 del mondo (v. qui).

Da questo punto di vista l'isolazionismo e la resistenza antiprogressista, antiglobalista di Trump sono musica per le orecchie, rispetto alle urla invasate della Clinton.

Massimo ha detto...

Vincerà la Clinton, purtroppo. Dico purtroppo non perché mi piaccia Trump, ma perché la sua vittoria conntinuerà la funesta illusione in cui viviamo. Farà guerre senza sembrare guerrafondaia, farà sfarcelli sociali con il sorriso sulle labbra ... e tutti i minchioni di Repubblica gioiranno ...