Come permettersi di dar torto a Luca Mercalli? Non mi permetto di dar torto a Luca Mercalli. Mercalli ha ragione, dice cose sensate, senza allarmismi, senza catastrofismi, rammenta soltanto che il moto verso il «collasso della biosfera e della società» è, anno dopo anno, sempre più accelerato, acceleratissimo.
Ta pun! Overshoot Day: abbiamo consumato il rinnovabile (in fatto di materia ed energia).
«È la data nella quale gli interessi della natura, cioè tutta la produzione annua rinnovabile, dalle foreste ai pesci, è stata consumata, data dalla quale fino a fine anno si intaccherà il capitale planetario, attingendo a risorse non più rinnovabili e di cui saranno dunque private le generazioni future.»
Da domani a stecchetto, mi raccomando.
E se ci pensasse Draghi iniettando nel mercato un alleggerimento quantitativo di alberi da pane e di pesci?
Il capitale planetario, la dura materia s'intacca; il capitale fittizio, invece, col cazzo, si moltiplica e finisce tutto alle banche che comprano debito pubblico e quindi finanziano gli Stati che devono pur garantire lo svolgimento delle cose come stanno, ivi compresa la quantità di spazzatura che ogni bravo cittadino ha e avrà da produrre.
Ora piango un momento.
Finito. Ora mangio un gelato e butto la confezione nell'indifferenziato.
Fatta la pausa, riprendo il discorso.
Secondo me, il problema - dal lato umano, chiaramente - si risolve soltanto se gli scienziati, concordi nel segnalare che «il Sistema Terra è in allarme» perché si consuma troppo e s'inquina di più, iniziassero a puntare chiaramente un dito negli occhi e magari un altro nel culo di ciò che causa massimamente lo strazio ambientale (e sociale), vale a dire il Sistema Economico e Produttivo Capitalistico.
È inutile, egregio Mercalli, lei mi faccia sentire in colpa se produco trecento chili l'anno di spazzatura, compresa la differenziata che butto per benino nei contenitori giusti. Come vede, io non sono un cittadino indifferente. Il problema è che, per questo problema, sono, anzi: siamo impotenti. Perché? Perché al centro del nostro agire, del nostro produrre, dello sbattimento generale per sussistere e strappare al vivere quei cinque minuti di riposo e godimento, c'è una cazzo di merce, fottuta merce, detta anche equivalente universale, chiamato denaro.
Ecco, le ho dato uno spunto: oltre che le nuvole e lo scioglimento dei ghiacci, esimio Mercalli, la prego di studiare, insieme agli altri scienziati allarmati, anche il fenomeno ritenuto, a torto, naturale dell'economia e della produzione capitalistica. Forse, oltre a stigmatizzare l'indifferenza della politica e dei cittadini, scoprirà quali sono le vere responsabilità.
3 commenti:
Il pareggio di bilancio (che non è affatto un artefizio fiannziario, ma un principio ecologico che ha un suo corrispondente anche nella finanza politica) è inviso alla stragrande maggioranza de Il_bobbbolo e dei relativi politcanti Vota Antonio La Trippa: dai marxistoidi dirittisti ai demagoghi fascisti, dagli squadristi No Borders ai forzaitaliani delle evasioni allegre ai comunistoidi del più spese per più tutti, dai democristiani ai leghisti.
direi che siamo ancora e sempre alla hybris del non volersi rendere conto della realtà e dei suoi limiti e delle leggi fisiche, biologiche che non sono le fanfaluche moralisticheggianti ugualiste, dirittiste progressiste e di derivazione monoteista, quindi illuminista e poi marxista.
Da applausi, Luca, come sempre. Al signore con farfallino che immancabilmente si premura di instillarci il senso di colpa nemmeno fosse un curato di campagna si potrebbe anche suggerire di iniziare a rompere le balle a chi gli paga lo stipendio, risalendo la linea di comando fino ai vertici. Campa cavallo, insomma.
Cammino per le strade del mondo, cammino silenzioso e tranquillo , ma com'è che si sentono sempre meno Grilli ,ma solo inutili gracidii sempre più aciduli.
Galleggiar di stronzi , inquinano i laghetti del sapere....quello vero !
caino
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