Adeguare la prosa al vizio - e il vizio alla consuetudine. Se fossi un pornagrafo - o forse lo sono - ma se lo fossi, saprei scritturare la carne come il Verbo comanda? Se in principio fosse stata la carne anziché un succedaneo, forse Iddio avrebbe messo alla base della piramide alimentare i carnivori.
Ieri, in auto, a pochi chilometri da casa, dovete credermi, sibilando a un dieci centimetri massimo dal parabrezza, ho visto l'attacco finale di un falco pecchiaiolo a chissà quale preda posta sulla scarpata al lato opposto del mio senso di marcia, le ali aperte in frenata controllata, l'impatto con le zampe avanzate sul terreno scosceso macchiato di bianco da alcuni resti di neve. Gli ho augurato di aver avuto successo: è pornografia questa?
Ricordo - non so se avrò avuto quindici anni, ma forse anche meno - che in biblioteca, in una vecchia collana Bompiani, copertina rossa cartonata rigida, fui attratto da un libro di Witold Gombrowicz, Pornografia. Non ci fu verso di farsi una sega.
Poi, vabbè: Opus pistorum. Eh, ma quello fu un libro scritto su commissione. Io è già tanto se commissiono me stesso.
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