«Mi
piace allora giocare il gioco della “fantascienza” immaginandomi
come individuo di un'altra scala (non solo come essere umano
rimpicciolito o ingrandito per visitare una simile terra
incognita): ma non so fino a che
punto avrò successo. In quanto organismi, abbiamo occhi per vedere
il mondo della selezione e dell'adattamento espressi, per esempio,
nella bella struttura di ali, gambe e cervelli. Ma nel mondo dei geni
può prevalere la casualità e potremmo interpretare il mondo molto
diversamente se il nostro punto di osservazione risiedesse in questo
livello inferiore. Potremmo poi rilevare un mondo di elementi
indipendenti, che vanno e vengono in base alla fortuna
dell'estrazione, ma con isolotti qua e là dove la selezione rallenta
il tempo ordinario e l'embriologia lega insieme le cose. Come
potremmo mai comprendere allora l'ordine ancora differente di un
mondo più grande di noi? Se ci è sfuggito lo strano mondo della
neutralità genica perché siamo troppo grandi, che cosa sfugge al
nostro sguardo perché siamo troppo piccoli? Forse che noi diventiamo
frustrati, come geni che cercano di afferrare il mondo molto più
grande del cambiamento nei corpi, quando, nel nostro essere corpi,
cerchiamo di guardare il dominio dell'evoluzione tra specie nella
vastità del dominio geologico? Che cosa ci sfugge quando proviamo a
interpretare questo mondo attraverso la scala, inadatta, dei nostri
piccoli corpi e della nostra minuscola esistenza?»
Stephen
Jay Gould, La struttura della teoria dell'evoluzione,
Codice edizioni, Torino 2003,
pag. 843.
Qualcosa ci sfugge. Ma cosa. Tutto. Va bene, non proprio tutto. Diciamo: una gran parte del tutto. Che affanno esserne circondati. Forse è per questo che prestiamo poca attenzione al quasi tutto che ci circonda e ci sfugge. Meglio tenere ancorata la mente al nostro via vai più o meno frenetico, ai nostri affanni o sollazzi. Meglio non farsi domande sull'organizzazione generale del nostro vivere, a partire dalla riproduzione di noi stessi; meglio evitare indagini accurate su ciò che sta alla base della società umana. Quello che è, è, perché così deve essere, come la bufera.
2 commenti:
...non so lui e tu, ma io da quando so de "lo strano mondo della neutralità genica" ho la stessa fame lo stesso freddo e mi piacciono le stesse (tutte) ragazze. sarà così diverso per il troppo grande?
A livello cosmico, le ragazze (tutte) sono delle tope spaziali.
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