Fu l'intuito politico di Bossi a imporre a Berlusconi un ministro dell'interno leghista, perché al Viminale si controllano cose.
E dato che, all'epoca, il secessionismo manifesto della Lega era controllato dai servizi, i leghisti (forse fu Gianfranco Miglio a suggerire) si dissero: se ci siamo noi secessionisti (all'acqua di rose del Po) a capo dei servizi, possiamo controllarci da soli.
Ritornata al governo, la Lega - il suo segretario non ha avuto un attimo di esitazione a riservarsi tale incarico.
E adesso che la parola secessione è solo un vocabolo perso tra i lemmi del Battaglia, adesso che la Lega è diventata nazionale, il connubio con gli Interni si è legittimato a tal punto che il capo della polizia Gabrielli, candidamente, ha potuto dichiarare che loro, i poliziotti, sollecitano e autorizzano twitti a favore del ministro, e fanno pure rimuovere (ai pompieri) striscioni non offensivi esposti alle finestre di abitazioni private.
Ma il dilemma più pressante per me è: come mai se a Salvini, volente o volente, riesce bene riesumare quei beccamorti dei fascisti (FN e CP), Renzi non è stato capace di risvegliare neanche un comunista?
Tranne me.
I lovve Matteo.
5 commenti:
Stai parlando di due palloni gonfiati. Il primo Matteo, il fiorentino, lo era di boria, il secondo Matteo, il milanese, di gas intestinali.
Stai parlando di due palloni gonfiati. Il primo Matteo, il fiorentino, lo era di boria, il secondo Matteo, il milanese, di gas intestinali.
il Barozzi ci ha sempre ragione, quei due solo chiacchiere e distintivo
Vero. Purtroppo volano troppo basso.
anzi, per fortuna. speriamo li impallinino
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