Nella mia, poco onorevole, carriera di blogger, mi vanto di non aver mai parlato di Vittorio Sgarbi (ho controllato: ho elencato il suo nome solo un paio di volte in riferimento a qualcos'altro e non a lui).
Oggi, un'eccezione, che poi non è tale, in quanto il nuovo proprietario dell'opera di Koons, oltre a chiedermi di preparargli un brodo di coniglio nella pentola ricavata dalla fusione, mi ha chiesto di domandare al pubblico italiano come cazzo mai potranno riciclare, loro, i libri dell'accredidato critico internazionale e, ancor meno, i vaniloqui ammorbanti che hanno impestato l'aere mediatico italiano nelle ultime decadi di tv commerciale.
E come ultima considerazione mi ha pregato di fare il conto di quanti soldi statali, in quanto parlamentare o funzionario di governo o sindaco, sono stati elargiti all'attuale deputato di Forza Italia e di considerare, date le risultanze effettive sulla cosa pubblica, che cosa mai potremmo fondere con ciò noi italiani.
4 commenti:
...ma è pieno?
(scusa, ma io di arte...)
non ho alcuna simpatia per il personaggio, le cui avventure – quelle veneziane – conosco da ben prima diventasse noto (critico di notorietà internazionale? mi pare eccessivo), e però sulla pentola ha ragione.
E certo. È scappato fuori un pentolone dal cilindro
Era per delineare ironicamente i contorni nazionali della fama
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