Sono stupefacenti: ciascuno Che si congiunge col vicino come se il discorso Fosse una performance morta. Combinando per caso D'incontrarci tanto lontano questa mattina Dal mondo quanto in accordo Con esso, io e te Improvvisamente siamo ciò che gli alberi provano A dirci che siamo: Che il loro semplice star lì Significa qualcosa; che presto Potremo toccare, amare, spiegare. E contenti di non aver inventato Tali piacevolezze, ci ritroviamo circondati: Un silenzio già riempito di rumori, Una tela su cui emerge Un coro di sorrisi, una mattina d'inverno. Messi in una luce sconcertante, e mobili, I nostri giorni indossano una tale reticenza Che questi accenti sembrano la loro difesa. |
Some Trees These are amazing: each Joining a neighbor, as though speech Were a still performance. Arranging by chance To meet as far this morning From the world as agreeing With it, you and I Are suddenly what the trees try To tell us we are: That their merely being there Means something; that soon We may touch, love, explain. And glad not to have invented Some comeliness, we are surrounded: A silence already filled with noises, A canvas on which emerges A chorus of smiles, a winter morning. Place in a puzzling light, and moving, Our days put on such reticence These accents seem their own defense. |
John Ashbery, Some Trees, Yale Univesity Press, 1956 (traduzione di Edward G. Lynch in Nuovi Argomenti, n. 26 Terza Serie, Aprile-Giugno 1988)
Postilla.
Stamani, rovistando in una vecchia soffitta, ho ritrovato la rivista sopra indicata: l'ho sfogliata e ho trovato questa poesia che ricordavo di aver letto e di cui la memoria conservava, sbagliando, l'incipit facendo di stupefacenti, formidabili.
1988. Avevo 21 anni, un anno meno dell'assassino che ha compiuto la strage di Hudson, e potevo leggere Ashbery soltanto in traduzione.
Anche se ancora non sappiamo le folli motivazioni che Jared Loughner addurrà al gesto, io penso che se invece di abbeverarsi agli slogan fondamentalisti del cristianesimo forcaiolo della Palin o altri evangelici pro-life, egli avesse avuto tra le mani una raccolta di poesie di Ashbery non avrebbe impugnato il fucile, ma sarebbe andato - se stressato - dentro a un bosco a recitare Some Trees. Insomma, io sono propenso a credere che, in questo caso, sia maggiore il peso di nurture che di nature*. Sbaglierò?
4 commenti:
Non sbagli. E ogni tanto fa bene andare in soffitta. E' sempre una piccola avventura.
Già, Alberto, ho visto che anche tu vi sei stato di recente; il mio vecchio Mac però è dannatamente rotto :-(
Ma la storia non si fa con i "se".
Ahimè!
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