La bufera (e altro) passerà.
Les princes n'ont point d'yeux voir ces grand's mervelilles,
Leur mains servent plus qu'à nous persécuter...
(Agrippa D'Aubigné: À Dieu)
La bufera che sgronda sulle fogliedure della magnolia i lunghi tuoni
marzolini e la grandine,
(i suoni di cristallo nel tuo nido
notturno ti sorprendono, dell'oro
che s'è spento sui mogani, sul taglio
dei libri rilegati, brucia ancora
una grana di zucchero nel guscio
delle tue palpebre)
il lampo che candisce
alberi e muri e li sorprende in quella
eternità d'istante - marmo manna
e distruzione - ch'entro te scolpita
porti per tua condanna e che ti lega
più che l'amore a me, strana sorella, -
e poi lo schianto rude, i sistri, il fremere
dei tamburelli sulla fossa fuia,
lo scalpicciare del fandango, e sopra
qualche gesto che annaspa...
Come quando
ti rivolgesti e con la mano, sgombra
la fronte dalla nube dei capelli,
mi salutasti - per entrar nel buio.
Eugenio Montale, La bufera e altro.
1 commento:
"...i suoni di cristallo nel tuo nido notturno ti sorprendono, dell'oro che s'è spento sui mogani..."
In esti tempi de buff'era, est arduo tinersi asirenicamente ligati allo palo della poetica.
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