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Più
la distanza degli anni mi allontana dalla luce dei tuoi occhi, più
mi sento abbagliato quando accade che i tuoi occhi tornano a
guardarmi in sogno. Stanotte, per esempio, sei ricomparsa, come ogni
tanto compaiono le comete, per dirmi cosa non ricordo, o faccio
finta, perché quello che ti ho sentito dire non è vero, non posso
credere a quello che mi hai detto, con quella camicia di panna aperta
come un invito, che mi pensi ancora e che vorresti ti tenessi stretta
e ti dicessi le medesime parole di allora, parole che sai bene non
posso pronunciare perché sono le stesse che tu non volesti più
sentirti dire. E come m'imposi di darti retta allora nel non dirti
più «ti amo», così adesso, viceversa, m'impongo di non
darti retta e non dirti niente, inutile tu aspetti, tanto tra poco la
corteccia darà il via libera, mi porterà in bagno a occhi chiusi
per dare sollievo alla vescica. E la luce del sogno lascerà spazio
alla penombra del ricordo, dove il silenzio prevale e quello che si è non coincide, non più.
2 commenti:
Magari lei ti sta leggendo e cambia idea leggendo queste belle parole.
Non oso dirti magari.
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