In buona parte della cosiddetta sinistra italiana, qualunque cosa voglia dire sinistra italiana, ha preso piede (o altra estremità corporea) l'idea del reddito minimo di cittadinanza.
In pratica: riscuotere (con la q) un obolo senza assolvere ad altro compito se non quello di essere cittadini. Presumo bravi. Per esempio: gli dèi non possono essere cittadini perché non sono bravi. Torna l'assunto? In cielo forse no.
In linea di massima, anzi: senza linea e senza massima, sarei contento fosse preso simile provvedimento; e che fosse sostanzioso (permettesse cioè di sostentarsi senza stenti) e che fosse esteso a chiunque ne facesse richiesta, anche a coloro che rifiutano per principio di vendere la propria forza e abilità lavorativa; in altri termini: andrebbe erogato non solo a coloro che sono disoccupati.
Ma.
Ho letto questo articolo di un signore che su Wikipedia viene così succintamente definito: «scrittore, filosofo, agitatore culturale italiano». Dio (che) bestia. Agitatore culturale e ancora non ha usufruito del diritto di rettifica.
Per avendo una rima baciata facile, scorriamo veloci su quanto scrive il Bifo:
«C’è qualcuno che possa spiegarmi secondo le regole della logica aristotelica il mistero secondo cui per curare la disoccupazione dilagante occorre perseguitare crudelmente i vecchi che lavorano costringendoli a boccheggiare sul bagnasciuga di una pensione che non arriva mai? Nessuno che sia sano di mente mi risponde, perché la risposta non si trova nelle regole della logica aristotelica, ma solo nelle regole della logica finanziaria che con la logica non c’entra niente ma c’entra moltissimo con la crudeltà.
Se la logica finanziaria contraddice la logica punto e basta, cosa farebbe una persona dotata di senso comune? Riformerebbe la logica finanziaria per piegarla alla logica, no? Invece Giavazzi dice che la logica vada a farsi fottere perché noi siamo moderni (mica greci).»
Io sono ignorante perché ignoravo l'agitatore e la sua agitazione logica, tuttavia, a scorrerne la biografia uno s'immagina che, dio agitato, qualche cazzo di pagina di Marx, anche rimasticata da qualche altro bovino, uno così, vista l'epoca in cui ebbe vent'anni, aridio agitato, insomma, l'avesse letta. Invece. Invece uno così fa i discorsi a cazzo anche perché la logica aristotelica era sostanziata essa stessa dalla schiavitù. O no? E poi: parlare soltanto di logica finanziaria presuppone illogicamente che il sistema economico e produttivo capitalista provochi, ad esempio la disoccupazione dilagante per motivi di crudeltà; in altri termini, se non fosse a causa dei lupi della finanza, il capitale sarebbe una pecora buona e cara capace di dare il latte a tutti gli agnelli bisognosi. Tradotto: reddito di cittadinanza.
Mi agito.
Mi agito perché un'idea giusta non è sufficiente proclamarla affinché si realizzi. Occorre provare a tradurla in prassi, magari anche suggerendo ipotesi di "lavoro" ai limiti dell'utopia. Invece niente:
«Milioni di persone non hanno un salario e milioni perderanno il lavoro nei prossimi anni per una ragione molto semplice: di lavoro non ce n’è più bisogno. Informatica, intelligenza artificiale, robotica rendono possibile la produzione di quel che ci serve con l’impiego di una quantità sempre più piccola di lavoro umano. Questo fatto è evidente a chiunque ragioni e legga le statistiche, ma nessuno può dirlo: è il tabù più tabù che ci sia, perché l’intero edificio della società in cui viviamo si fonda sulla premessa che chi non lavora non mangia. Una premessa imbecille, una superstizione, un’abitudine culturale dalla quale occorrerebbe liberarsi.»
E dicci come, Bifo, su. Come? Come potrebbe uno Stato, poniamo l'Italia, erogare il reddito minimo di cittadinanza senza aumentare la spesa pubblica, senza aumentare il debito, o le tasse di chi già le paga? In breve: dove li prende i soldi? Nessun suggerimento? Neanche uno copiato, chessò, dai Cinquestelle? Niente.
«Il Foreign Office nel suo Report dell’anno scorso diceva che il 45% dei lavori con cui oggi la gente si guadagna da vivere potrebbe scomparire domattina perché non ce n’è più bisogno. Caro Renzi qui si tratta di cose serie, lascia fare ai grandi e torna a giocare con i video game: occorre immediatamente un reddito di cittadinanza che liberi la gente dall’ossessione idiota del lavoro.»
Che sogno sarebbe liberarsi da tale ossessione, che sogno. Ma dicci come...
«La situazione infatti è tanto grave e tanto imprevista, che occorre un’invenzione scientifica che non è alla portata degli economisti.»
Degli agitatori culturali invece sì? Mettersi a descrivere fenomeni senza fare un menomo accenno sulle cause e poi pretendere di dare giudizi è veramente da agit prop: de che? De stocazzo.
E poi ci fa anche la lezioncina su cosa sia scienza e cosa no. Continuando a riferirsi a Renzi, Bifo scrive:
«Ti sei mai chiesto cosa sia una scienza? Diciamo per non farla troppo lunga che è una forma di conoscenza libera da ogni dogma, capace di estrapolare leggi generali dall’osservazione di fenomeni empirici, capace di prevedere quello che accadrà sulla base dell’esperienza del passato, e per finire capace di comprendere fenomeni così radicalmente innovativi da mutare gli stessi paradigmi su cui la stessa scienza si fonda. Direi allora che l’economia non ha niente a che fare con la scienza. Gli economisti sono ossessionati da nozioni dogmatiche come crescita competizione e prodotto nazionale lordo. Dicono che la realtà è in crisi ogni qualvolta non corrisponde ai loro dogmi, e sono incapaci di prevedere quel che accadrà domani, come ha dimostrato l’esperienza delle crisi degli ultimi cento anni. Gli economisti per giunta sono incapaci di ricavare leggi dall’osservazione della realtà in quanto preferiscono che la realtà sia in armonia con i loro dogmi, e incapaci di riconoscere quando mutamenti della realtà richiedono un cambiamento di paradigma. Lungi dall’essere una scienza, l’economia è una tecnica la cui funzione è piegare la realtà multiforme agli interessi di chi paga lo stipendio degli economisti.»
E tu, Bifo, che cosa hai estrapolato? A parte qualche fonte accessoria (citi Larry Page che dice qualcosa sull'inarrestabile utilizzo dei robot), questo ti basta per dire che il reddito di cittadinanza è il toccasana per risolvere il problema della morte del lavoro salariato? Sai di cosa parli? Sai donde nasce il valore in questo tipo di sistema produttivo? Lo cacano le macchine? Tu dici che l'economia (borghese) non ha niente a che fare con la scienza. Dici una cazzata: se non fosse per questo tipo di scienza economica, per quanto scienza interessata, il capitalismo sarebbe già trippa all'aria, giacché è proprio grazie all'invenzione della finanza e della creazione smisurata di capitale fittizio (sai di cosa parlo?) che hanno potuto (e possono) tenere a galla la baracca (ovvero per non far precipitare la caduta tendenziale del saggio del profitto). E a Wall Street, nelle banche centrali e altrove, per quanto pezzi di merda siano, sono pagati per questo. Sono pagati per i modi astuti con cui ritardano il crollo fottendo sempre più i lavoratori e la popolazione che non partecipa al banchetto del capitale. Tu, per contro, visto che li degradi a semplici tecnici, prova a fornirci, se ti aggrada, un approccio scientifico al problema del lavoro e della sua fine. Un compito che mette agitazione, nevvero?
3 commenti:
per rimanere sul piano delle idee riformiste, dunque per elargire l'elemosina a chi non raccatta più un lavoro sul mercato delle braccia, sarebbe necessaria una politica fiscale e sociale di tipo molto diverso dall'attuale. il problema è che tutto ciò non s'accorda né con la ratio generale del capitalismo e nemmeno con l'interesse immediato della borghesia (che non è una classe come un'altra). Pertanto, portare l discorso sul piano della logica formale, quando a prevalere è la logica degli interessi dominanti, è un pourparler da "agitatore". Appunto.
se ancora avessi un computer mi piacerebbe davvero fare questa discussione con te, eheheh...
ma senza ipsedixit ché mi stanno sui coglioni.
Appunto miei cari.
Posta un commento