venerdì 13 novembre 2015

In diretta, non da Parigi

A Parigi stanno sparando, corpi in terra morti ammazzati, ostaggi, paura, dolore, pestifera volontà omicida senza altro scopo che produrre terrore.

Paradisi li disattendono. 

Niente ancora di preciso si sa, s'immagina e basta e io immagino questo, come sempre, inutilmente: che qualcuno premediti di uccidere e farsi uccidere per dimostrare a sé, a un determinato pubblico e, sopratutto, a Dio quanto inscalfibile sia la sua fede.

La violenza è uno dei fenomeni più facilmente imitabili e replicabili. Il mercato (più o meno nero) delle armi poi aiuta.

Servisse a qualcosa piangere.

2 commenti:

giovanni ha detto...

Sono i nostri fratelli esasperati dalla violenza sionista e dal liberismo selvaggio, poverini. Non sia mai che qualcuno strumentalizzi qualche marachella degli ultimi quindici anni.
E LE CROCIATE ALLORA!!!!! 1!!!

lozittito ha detto...

Bataclan: anche Lou Reed e i Velvet ci fecero un live, bello. Mattanza.
Si ha l'abitudine di arretrare i motivi del terrorismo islamico sul terreno della religione e dei rapporti tribali come se questi retaggi storici potessero opporsi allo sviluppo dei rapporti capitalistici, di classe e tra stati. Il retaggio storico intergisce con lo sviluppo capitalistico, lo invera, lo concretizza, sviluppa nuove interpretazioni e rappresentazioni di sè stesso ma non lo nega.
Proprio la faccenda dei foreign fighters, in cui i figli dei figli dell' emigrazione si scontrano con l' impossibilità di comprendere la propria realtà di classe nelle metropoli europee, dovrebbe dirci che è il disumano rapporto di base che prende forma capovolta in una mitizzazione dell' origine, religiosa ed etnica.
Attacco alle conquiste dell' Illuminismo contro l' Oscurantismo, scontro di civiltà tra Occidente e Oriente, niente di tutto questo è sostanziale, è la competizione sistemica che si combatte con tutti i mezzi disponibili e a tutti i livelli.