«
Ma la verità postribolare smaschera la falsa coscienza sia di chi
frequenta ostentatamente il bordello e aspira in segreto all'aureola,
sia di chi occulta sotto la paura e la ripugnanza del bordello la
propria inibita lascivia. La letteratura italiana del Novecento è
piena di falsi puttanieri e di anime belle di cui occorrerà un
giorno, con la necessaria crudeltà, fare la storia alla luce
straniante della verità postribolare. Si trattasse soltanto, come in
effetti si tratta, di radicalismo piccoloborghese camuffato da
volontà rivoluzionaria e di un febbricioso e permanente stato
puberale sublimato in spirituale macerazione, sarebbe lecito non
preoccuparsi più di tanto. Il fatto è che l'emasculata elegia in
cui si estenuano sia i falsi bordellieri che le anime belle cela una
realtà assai più squallida e inquietante della situazione
provincialesca che rivela: l'incapacità di una consapevole ed
energica profanazione della condizione dello scrittore e della
condizione del potere. »
Fausto
Curi, Perdita d'aureola, Einaudi,
Torino 1977 (pag. XV, Introduzione).
Pare,
visto da un angolo mondo molto molto provinciale e per
niente addentro la sala
comandi e/o la sala ficacazzoboccaculo del mondo, che in Italia – e
non solo in Italia – non vi sia più alcun modo di profanare
artisticamente la condizione dello scrittore (più estesamente:
dell'artista) e la condizione del potere; nemmeno quelli più bravi,
più quotati, più intelligenti o più figli di puttana ci
provano più. Niente. Non si
riesce più a profanare niente, tutto viene facilmente inglobato nel
sistema (di mercato) e nel rito (ecclesiastico od orgiastico, poca
differenza fa).
Anche
i corpi non sono più un mezzo capace di profanazione. Per carità,
si possono usare anche orribilmente per violentare altra carne
stanca, ma nulla più.
Gesti
d'amore, lievi, forse sono le sole azioni provocatorie possibili,
finché restano nell'anonimato: infatti,
se divultgati, diventano facili
prede del plagio pubblicitario e rituale.
L'arte
e il potere, insomma, non sono più profanabili: ogni
tentativo di profanazione fallisce in quanto inglobato all'interno della
dura necessità mercantile.
Non
esistono più le condizioni per
rappresentare la caduta degli dèi, perché ogni rappresentazione è diventata lettera morta che perpetua gli empirei.
La sola profanazione possibile è quella che non si trasforma di poi in oggetto da profanare (mettere in vendita: dal rappresentante del popolo, al Nu couché di Modigliani).
1 commento:
bel post
Posta un commento