«Un paio di cose però sono sicure. Nel giugno 2011 gli Emirati, a nome
dei Paesi del Golfo, offrono ad Assad aiuti equivalenti a tre volte il
bilancio statale annuale di Damasco (allora 50 miliardi di dollari,
quindi in totale 150 miliardi) per rompere l'alleanza politica, militare
ed economica con Teheran. In cambio, oltre ai soldi, gli arabi del
Golfo promettevano che sarebbe finita la rivolta cominciata a Daraa in
marzo e che si era propagata a Damasco e Hama.
Il rifiuto di Assad è
seguito da un segnale americano inequivocabile. Il 6 luglio 2011
l'ambasciatore Usa a Damasco Ford si reca da Hama e viene filmato mentre
saluta calorosamente i ribelli anti-Assad. Mai si era visto un
ambasciatore americano fare un gesto simile in un Paese ostile e
soprattutto del Medio Oriente: i ribelli di Hama erano diventati la sua
vera scorta. Il giorno dopo arriva in città anche l'ambasciatore
francese.
È cosi che la legittima protesta popolare contro un regime
autocratico e brutale si è trasformata in una guerra per procura con la
partecipazione attiva della Turchia, il beneplacito dell'allora
segretario di Stato Usa Hillary Clinton e i finanziamenti dei sauditi e
del Qatar.»
Un grande Alberto Negri
1 commento:
Vero che il regime di Assad è autocratico, brutale e blabla, ma visto cosa è successo con Saddam e Gheddafi, non è forse meglio lasciare che si massacrino tra di loro piuttosto che zuzzarceli qua a mln. con la scusa che fuggono dalle guerre? GB F USA sempre loro dietro al casino del MO e noi co****** sempre nel mezzo mentre la Germania fa finta di niente e intanto vende armi e strozza i paesi sudici, non potendolo fare coi nordici......'annamo bbene Sora Lella diceva.....
Posta un commento