Invito alla lettura di un post di Fabio Brotto, che si occupa di questioni teologiche alla luce di un'ennesima scoperta astronomica.
Lo faccio, soprattutto, per estrapolare una frase, la seguente:
«Occorrerebbero alla Chiesa dei veri titani del pensiero, adeguati ai tempi. »
Ora, a parte il fatto che stabilire chi sia un titano del pensiero, per chi ne è contemporaneo, non è cosa per niente semplice, a me sembra che anche qualora (miracolosamente?) un titano si presentasse, la Chiesa che cosa se ne farebbe? Lo manderebbe in orbita sulla Stazione Spaziale Internazionale? Si spenderebbe affinché la Nasa o l'Esa o l'Agenzia Spaziale russa (ma forse lassù i teologi li vogliono solo ortodossi) sia accolto nello staff tecnico avanzato? Oppure lo proporrebbe come ambasciatore della Santa Sede al Cern di Ginevra per discutere fitto fitto sul bosone, detto anche, credo impropriamente, particella di Dio?
Mi chiedo questo perché altre possibilità di conciliare la teologia con l'astronomia e la fisica non ne vedo. In fondo, per stare sul classico, bastava (e avanzava) il nostro caro amato Celestino... pardon: Benedetto. Titano titano non sarà stato, nondimeno, teologicamente parlando, rispetto a colui che oggi s'affaccia la domenica, era un gigante.
2 commenti:
Parole sante.....per non cogliere la abissale differenza di statura, meglio non guardare e soprattutto ascoltare l'affacciante domenicale, ci si guadagna in salute......
Brotto è uno dei due cattolici che mi hanno fatto cambiare giudizio storico sul cristianesimo. e mi ha fatto conoscere l'antropologia generativa. forse, probabile, preferiva come me e te il teologo al odierno peronista
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