C'erano
momenti nella vita di Giovanni in cui aveva la netta impressione di
non essere sé stesso, ma un altro, per esempio suo fratello, Tommaso,
due anni più piccolo, sorridente, occhi azzurri e lui no. E nonostante lo specchio gli testimoniasse il contrario in quei minuti
in cui al mattino si radeva prima di fare la doccia e, dopo di
questa, vestirsi, uscire, andare al lavoro rispettando la solita
tabella di marcia, auto, treno, mezzo chilometro a piedi dentro la
ztl della quale tutti parevano avere il permesso, tranne lui.
Ma
finché si trattava di suo fratello, non c'era granché da
preoccuparsi, perché la maggior parte delle persone che incontrava
non lo conosceva, Tommaso, conosceva lui e le sue saltuarie bizzarrie
e scambi repentini di umore e personalità. «Sarà un po' bipolare»,
disse il capoufficio agli altri colleghi di Giovanni, quando questi
si prendeva una pausa in solitudine, lontano dalla macchinetta del
caffè e dall'angolo esterno per i fumatori.
Preoccupato
il capoufficio divenne quando a Giovanni gli saltò in mente di
essere lui stesso il capoufficio, cominciando a smistare ordini, a
metter fiato sul collo a chi non riusciva a mantenere un ritmo
confacente agli standard produttivi, a chi chiedeva permessi per
questo o quello o peggio ancora ferie che non erano state programmate
con debito anticipo.
La
cosa interessante fu che i colleghi di Giovanni si lamentarono col
capoufficio stesso di esser stati vessati dal comportamento improprio
del collega, quando in pratica Giovanni non aveva fatto altro che
imitare e ripetere le stesse pratiche vessatorie del capoufficio
stesso, cosicché questi seppe indirettamente quello che in realtà i
sottoposti pensavano di lui. Per questo, l'indomani la scoperta, dopo anni di lontananza dai sacramenti, andò a cercare un prete per confessare i propri peccati e lavare la coscienza. Divenne anche più buono: elargiva permessi e ferie a piacimento, tanto che, in capo a un paio di settimane, la Direzione d'impresa lo richiamò e lo minacciò di licenziamento.
[...]
2 commenti:
siamo un tantino oltre il fantastico, nel surreale acrobatico, nel carpiato con tre avvitamenti e un ritorno al trampolino. aspetto il seguito
Ma chère Madame, merci pour l'encouragement.
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