Circa
un mese dopo aver immaginato di essere il capoufficio, Giovanni
decise di essere suo cugino, noto avvocato, il quale aveva il suo
bello studio nella piazza principale della città. L'idea gli venne
quando seppe che il cugino era partito per un lungo viaggio in
Polinesia, sogno di una vita che finalmente si realizzava. Così,
Giovanni, complice il fatto che anche la segretaria e le stagiste
avevano preso ferie, una mattina di buon'ora, di soppiatto, si
introdusse nello studio del cugino e vi rimase dopo che il personale
delle pulizie ebbe finito il suo lavoro.
Non
trascorse neanche mezz'ora che qualcuno si presentò per essere
ricevuto. Inventandosi una scusa sul fatto che si trovasse solo senza
nessuna segretaria, Giovanni fece accomodare il signore nello studio
del cugino, presentandosi come un collega che lo sostituiva fino al
termine delle vacanze.
«Avvocato,
avevo già spiegato al suo collega la mia urgenza, e mi scuso in
anticipo se mi sono precipitato senza preavviso, ma non ho potuto
fare diversamente. La situazione è questa: ho intenzione di
separarmi da mia moglie».
«Se
è questo che desidera, va bene. Dove sarebbe il problema e l'urgenza
di risolverlo?»
«Nel
fatto che voglio andare a vivere con un'altra. E che quest'altra è
incinta e non ne vuole sapere di continuare a nascondersi».
«E
dunque?»
«E
dunque, se dico a mia moglie che voglio separarmi e andare a vivere
con un'altra e quest'altra è incinta, beh, avvocato, è prevedibile
che mia moglie me la farà pagare – e cara – la separazione».
«Esclude
quindi che sua moglie possa convenire a una separazione consensuale».
«Sì».
«Lei
invece vorrebbe separarsi consensualmente».
«Beh,
sì»
«Sua
moglie sa dell'esistenza dell'altra?»
«No.
Almeno credo di no».
«Ha
mai manifestato a sua moglie l'idea di separarsi?»
«Sì...
o meglio: no. Le dissi tempo fa che ero in crisi, che il nostro
matrimonio non funzionava, che bisognava fare qualcosa, le solite scuse
per vedere come poteva reagire: un dramma. Per due settimane mi è
stata addosso con amorevolezza e attenzione che non hanno fatto altro
che aumentare il mio senso di colpa e la preoccupazione nel dirle la
verità».
«Avete
figli?»
«Sì,
due, gemelli, maschio e femmina: fanno le medie».
«Dunque, mi faccia pensare a voce alta:
per avere la “consensuale”, bisogna
avere il “consenso”. Occorre,
cioè, che sua moglie convenga su una decisione che, al momento, è
unilaterale, soltanto sua, egregio
signore. E come far sì che
la povera moglie si persuada della bontà di qualcosa che, al
momento, le fa solo orrore? Il nostro è
uno studio rinomato per
la professionalità e il
rispetto della legalità;
quindi non possiamo
suggerirle
o proporle
soluzioni
ai confini del raggiro».
«Raggiro?»
«Sì,
perché – stante così le cose – sua moglie non cambierà idea.
«E
come potrei raggirarla?»
«A
questo ci potrebbe pensare un'agenzia esterna con la quale
saltuariamente collaboriamo per risolvere i casi più complicati.
Soltanto, capirà, richiederne i servigi determinerà un aumento
della parcella».
«Non
importa. Sempre meglio che pagare gli alimenti a vita. Il problema è
la fretta»
«Non
si preoccupi. Se tutto va per il meglio (il suo meglio), entro due
settimane dovremmo vedere i primi risultati».
[...]
3 commenti:
non ci tenere sulle spine a lungo
Uff, e quindi? Stiamo aspettando, daje su!
sì, mie care, quanto prima continuerò
Posta un commento