«L'ironia sentimentale è un cane che abbaia alla luna e intanto piscia sulle tombe». Karl Kraus, Detti e contraddetti, Adelphi.
Cara Ypsilon,
ricordi Venezia? Era freddo, pioveva, ma noi camminavamo lo stesso lungo le calli meno battute dai calli delle genti. Eravamo callifughi. E poi che soddisfazione fu togliersi le scarpe in quella camera d'albergo color cenere. Giusto il tempo di una rapida doccia per dipoi sdraiarsi sul letto e disporsi in contemplazione reciproca dei piedi, tanto che se fossimo morti nel sonno qualcuno avrebbe potuto dare la colpa al feticismo delle merci.
Di me posso dirti che non sono diventato imprenditore di una fabbrica di plastica che brucia perché bruciare è il fine ultimo della produzione; né tantomeno un operaio della FCA di Cassino che ha appena detto ok, prendete la mia produttività e regalatemi un abbonamento in una palestra con l'istruttrice dai leggins aderenti affinché resti vigile durante il turno di notte alla catena di montaggio; ma neanche un assistente di volo Alitalia in pensione anticipata prima dei cinquant'anni e cinquemila euro (o più?) di emolumenti al mese.
Non ti interessa, lo so: pazienza, era per tanto per allungare il brodo con l'attualità e per infastidirti, ancora oggi, con le mie digressioni inutili, i miei pali e le mie frasche, la mia inconcludenza.
Lo sai che sempre, e volutamente, ho equivocato il tuo «Sì, ma adesso stringi», con un «Sì, adesso stringimi»: per questo ero così appiccicoso e tu mi scollavi di dosso, degna erede di Erodiade.
Finché un giorno, durante la nostra ultima cena (un ristorante semivuoto di una stazione climatica), chiedesti al cameriere di portare un vassoio vuoto per metterci gli avanzi. Solo qualche settimana più tardi compresi che ci avevi posato il nostro amore decollato.
Fosti il mio esilio, per ritrovare l'unica patria, l'unico territorio da marcare: sé stessi.
1 commento:
la più bella è "stringi-stringimi", abbiamo riso di gusto
ma che cosa pretendevi portandola in un ristorante semivuoto di una stazione climatica?
a venezia, invece di sfiancarla camminando, dovevi portarla prima alle mercerie nelle boutiques, pagando borse e scarpe con carta oro
a pranzo da Cipriani (torcello, non harry's bar dove vanno ormai anche i pezzenti) e a cena sulla terrazza martini
e poi in gondola nell'oscurità romantica della laguna con luna gibbosa in crescendo (sai cosa intendo)
quindi non in una stanzetta d'alberghetto dalle pareti scialbe, ma nella suite dogale del Danieli (150 mq) su un letto King Bed
ah, voi statali con i vostri miserevoli stipendi non avete proprio fantasia per queste cose
http://www.danielihotelvenice.com/it/rooms/suite-del-doge
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