Non ho mai capito bene l'entusiasmo per gli anniversari, tanto meno di quelli per la morte di. Mi sembra ci sia una corsa affannata a chi per primo e meglio s'impossessa del morto - e cercare di farlo di una persona che nella vita mai si è lasciata catturare in un definito cliché, una persona che ha cercato un suo spazio espressivo precipuo, a tratti inimitabile, è quanto meno indecoroso, per non dire indecente.
Non penso questo per partito preso, perché mi stanno a culo molti “artisti” (sic!) che gli rendono (e renderanno) onore dopo morto, che prendono (e prenderanno) le sue canzoni e/o monologhi come fossero dentifricio per profumare l'alito fetido della loro produzione. Non è questo.
Il punto è un altro: quanto spazio mediatico oggi avrebbe a disposizione Gaber se fosse vivo e ricantasse, per esempio Io se fossi Dio, o Il cancro, o Quando è moda e moda?
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