«Se impiegherete cinque minuti per leggere questo articolo, sappiate che, quando lo finirete, quasi 150 persone sono state costrette ad abbandonare la casa e i loro beni per fuggire da conflitti, regimi spietati e violenze. Il tempo di fare una pausa pranzo di un’ora e il numero sarà salito a 1.800. E quando la giornata volgerà al termine, i “migranti forzati” saranno circa 43mila. Come se ogni giorno la popolazione di una città come Vercelli si trovasse improvvisamente sradicata, senza un tetto.» Il Sole 24 Ore, venerdì 19 giugno 2015
Se impiegherete cinque minuti per leggere questo post, sappiate che, quando lo finirete, quasi 150 giornalisti saranno stati costretti a riportare dati che, nella loro oggettività, illustrano il fenomeno nascondendo le cause. Di più: il tono redazionale adoperato avrà come obiettivo quello di far sentire in colpa il lettore che non ha responsabilità alcuna se non quella, preterintenzionale, di votare delle testedicazzo che poi vanno al governo pretendendo di portare la democrazia in Iraq, in Libia e in Siria, nazione, quest'ultima, ove è sorto e perdura il conflitto armato fra Assad e Al-Nusa El-Qazzo dell'Isissy.
Chi ha fomentato la guerra civile finanziando i ribelli? Quarantatremila cittadini di Vercelli? Oppure due presidenti di due stati repubblicani e un capo di governo di una monarchia costituzionale, Obama, Hollande e Cameron tanto per limitarci a fare tre nomi?
"Non penso che le quote abbiano senso per l'immigrazione. Non penso che sia il metodo giusto".
Infatti, i 3,9 milioni di profughi siriani che soggiornano nelle tendopoli di Turchia e Libano dovrebbero essere così equamente ripartiti: 1,3 in America, 1,3 in Inghilterra e 1,3 in Francia: è innegabile che i valori della democrazia occidentale si insegnino meglio in casa propria che in quella altrui.
6 commenti:
parole sante zio Luca
Come sei brutale. Lasciaci coltivare le nostre convinzioni sul destino cinico e baro, le nostre blande colpe che subito troviamo modo di dimenticare nello shopping. Non rovinarci il week end.
paradossale che proprio il giornale della confindustria ci faccia la morale!
Le cause delle guerre civili in Siria, Iraq, Yemen sono il collasso ecologico che si e' compiuto in quei paesi.
Ad esempio e' possibile osservare la spaventosa curva demografica in Siria (idem negli altri paesi) che ha coinciso col fatto che la Siria da esportatore di petrolio (e quindi con un bilancio di capitali positivo sull'estero) e' diventato importatore di petrolio (si e' immiserito). Nel frattempo, la siccita' durata vari anni ha messo in ginocchio i coltivatori e le assurde sperequazioni nell'accesso all'acqua con i notabili del regime (socialista) con privilegi spropositatinell'accesso ad essa, sono state l'innesco della bomba latente.
Le cause sono ed ecologiche e squisitamente interne.
In altre parole l'impronta ecologica NON e' sostenibile.
Come dice uno scienzato, cio' che e' insostenibile non e' sostenibile (che siamo al punto che bisogna ripetere le ovvieta' tanto le negate).
Aggiungo che la popolazione islamica in paesi sostanzialmente subdesertici (e il fatto che fossero quasi deserti da secoli non e' stato un capriccio o un caso fortuito) nella fascia (sub)tropicale e' decuplicata in poco tempo.
La Siria, lo Yemen sono classici esempi di collasso in cui, solo dopo, in una situazione di tracollo si e' innestata l'azione di forze esterne.
La stessa sorte tocchera' presto all'Egitto, un vero e proprio tumore demografico in straordinaria crescita, in Pachistan (per limitarci a paesi nei quali il terzomondista masochista, dogmatico, pregiudiziale non ha alcuna argomentazione a suo sostegno).
Se interessa posso fornire abbondanti documenti.
Secondo me, a monte del "collasso ecologico" c'è qualcos'altro, nella fattispecie la politica imperiale americana e, ad essa collaterale, il timore dell'élite saudita nei confronti dell'Iran.
p.s.
riguardo ai documenti: linka pure.
In questa pagina alcuni collegamenti, per iniziare.
Poiche' la letteratura e' copiosa e cercare centinaia di documenti e riportarli qui come collegamenti e' dispendioso, possiamo procedere per passi.
Aggiungo, infine, che le politiche imperialiste (ora quella statunitense) sono sempre politiche di rastrellamento di risorse e di delocalizzazione dei propri rifiuti materiali ed ideologici.
Anche su scala locale, se uno osserva il rapporto parassitario delle citta'/conurbazioni nei confornti delle campagne, del selvatico.
Imperialismo (sulle risorse) predatorio.
Imperialismo (sul territorio) migratorio e demografico.
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