[qui il 2.]
A Margolina fu diagnostica una grave forma di meningite e, per questo, fu posta in isolamento.
Tutti i familiari e le persone che con lei ebbero dei contatti furono invitate a effettuare quanto prima la profilassi - e così fecero e se ne ritornarono a casa.
Pancrazio, un po' temendo che pure i sorrisi fossero contagiosi, un po' perché voleva accertarsi personalmente delle condizioni di Margolina, si presentò all'ospedale di Pianzero e - dopo aver preso la compressa di antibiotico della profilassi distribuita dall'ambulatorio - si recò al reparto malattie infettive, fortunatamente proprio nell'ora del passo. Entrò, e, senza chiedere niente, ma facendo comunque finta di essere qualcuno che avesse accompagnato qualcun altro a visitare qualcun altro ancora, si mise a osservare minuziosamente i movimenti e le abitudini del personale infermieristico. Dopo un'ora di attenta analisi, capì come accedere allo spogliatoio, e quali indumenti e mascherine indossare per entrare in contatto con i ricoverati.
Poche agili mosse furtive e si ritrovò davanti alla porta della camera dove si trovava Margolina, priva di conoscenza:
«in quella diligentemente entrò, e postolesi a giacere allato, il suo viso a quello della donna accostò, e più volte con molte lagrime piagnendo il baciò. Ma, sì come noi veggiamo l'appetito degli uomini a niun termine star contento, ma sempre più avanti desiderare, e spezialmente quello degli amanti, avendo costui seco diliberato di più non starvi, disse:
- Deh! perché non le tocco io, poi che io son qui, un poco il petto? Io non la debbo mai più toccare, né mai più la toccai.
Vinto adunque da questo appetito, le mise la mano in seno, e per alquanto spazio tenutalavi, gli parve sentire alcuna cosa battere il cuore a costei. Il quale, poi che ogni paura ebbe cacciata da sé, con più sentimento cercando, trovò costei per certo non esser morta, quantunque poca e debole estimasse la vita». Decameron, Novella Quarta, Decima Giornata.
[continua forse]
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