Non
c'è soddisfazione a essere innamorati di qualcuno/a che
probabilmente non si innamorerà mai di voi tanto quanto voi vi siete
innamorati di lui/lei.
E
ho detto “tanto quanto”, ma è anche troppo, basterebbe meno, una
percentuale minima, poniamo un terzo di quanto voi provate lo possa
nutrire anche l'altro/a.
Quando
accade è un tripudio dei sensi e dell'intelligenza, una festa della
vita, un momento di felicità insindacabile, le stelle diventano
significanti e persino le pietre e le cavolaie. Tutto quello che
c'è da conoscere è riassunto in un unico punto, nella sola persona
che in quegli attimi ti vivifica (attimi che altrimenti vivi un
cazzo sarebbero).
Se
invece non succede e il vostro amore resta a senso unico, o sarà
come a parlare a un muro di marmo finto su cui si infrangono le
sillabe del vostro balbo parlare (sillabe che cadranno tutte in
terra, come frammenti di vetro colorato), oppure ne sarete in
completa balia se costui (o costei) ne intenderà approfittare. E
costui, cioè lui, Walter, il pentito, se ne approfittò, eccome se
se ne approfittò. Giacché gli fu subito evidente che il peso
specifico del mio amore fosse superiore al suo, lui agì di
conseguenza e di conserva, come un tubetto di concentrato in mano a
un tirchio dura un anno a forza di mezze unghie rosse aggiunte al
sugo scipito - e quel nonnulla che mi dava mi pareva così tanto, che adesso il tutto che promette mi pare niente.
E
così caddi, come una morta di sonno cade, più che tra le sue
braccia, tra i suoi debiti e i suoi scongiuri. Non ebbi molto tempo
per riflettere e difendermi: due gravidanze a raffica – e nemmeno
troppo facili – mi tennero corpo e mente accesi giusto il
necessario per diffondere la specie. Meno la male la mia famiglia mi
ha costantemente sostenuto, il che implicava sostenere persino lui.
Mio padre... Ricordo che mai disse una parola per metterlo in cattiva
luce ai miei occhi, neanche quando gli comunicai l'intenzione del
divorzio; contrasse giusto un po' le labbra, si schiarì la voce da
un'improbabile raucedine, e si avviò verso la tromba delle scale.
Solo quando chiusi la porta dietro le sue spalle e osai mettere
occhio nello spioncino, lo vidi esultare a braccia levate.
Perché
sono qui insieme a Walter allora se non intendo assolutamente venire
incontro alle sue richieste? Per ribadirlo con più forza davanti a
lui e a voi che conosco da poche ore e che in un certo senso sarete la nostra giuria.
Già, un gruppo che certifichi - come io credo e spero - la fine definitiva di un amore, che
la avalli emettendo una sentenza che faccia letteratura. Letteratura d'appendice, beninteso.
7 commenti:
Sempre più un bel leggere, oltre che avvincente, 'sto Messo. E sparso di chicche... chicche di pensiero intendo, ovvero gustosissime soprese, dalle più evidenti a quelle che scopri come minuscoli fiorellini quasi celati nell'erba di un prato.
Passando all'angolo della didattica: eccheddé?? mi sono chiesta al cospetto del "balbo parlare"; un paio di clic e adesso anch'io so che sta per "balbettante", ma essendo passata per alto loco, da Dante a Montale... che sodisfasiùn!
Beh, anche un trzo non mi pare poco.
ma c'hai un piano?
o è la biblioteca di borges?
...o meglio ancora, "l'opera omnia di bastiano baldassarre bucci"?
Forse ho scialato, sì.
Macché piano, è che detti i numeri e mo me tocca rispettalli armeno quelli
Un bel leggere, complimenti.
Grazie Andrea.
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