mercoledì 21 dicembre 2016

A targhe alterne

A giorni alterni lascio traccia di me stesso sugli specchi delle vetrine natalizie per mera suggestione di colorito facciale, essendo il grigio del cielo poco adatto a conferire all'umore quella stabilità che occorre per mantenere corretti rapporti umani, all'insegna della pacatezza, della riflessione, della disposizione a non mandare affanculo il prossimo qualora sembrasse necessario essere mandato, bensì mi limito ad alzare le spalle, arcuare le sopracciglia e disporre il volto arlecchinato dalle lampadine a led a guisa di chi ha capito con chi ha a che fare e che quindi non importa buttare fuori imprecazioni invano, culi e cazzi a sproposito, lasciarli al loro posto, nelle sedi deputate, congressi di partito in special modo. 
Ingoio, ma relativamente. Piuttosto volgo le labbra al riso, e faccio fuoriuscire dai denti un sibilo leggero, soave, uno sbuffo: e la rabbia vanisce, o meglio: non ha luogo, ché arrabbiarsi sottende un umore maldisposto in partenza e io sono partito benissimo, fatto barba, unto come un melograno di argano, e via, fresco e profumato di lavanda. Maniere semplici per resistere.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi congratulo . Bel "frammento "

caino