In un editoriale del cazzo della domenica, il professor Angelo Panebianco, tra tante cazzate tante proposte, scrive:
Su tutti i principali temi di interesse pubblico i partiti dovrebbero proporre progetti. Ad esempio, in materia di Sanità, che fine hanno fatto i costi standard? O, nel caso della scuola, chi se la sente di proporre un dettagliato piano (il contrario del bla bla generico) per iniettare meritocrazia? Legare l'ammontare degli stipendi alla qualità dell'insegnamento è tecnicamente possibile, se esiste la volontà politica.
Aldilà del fatto, indubbio, che «iniettare meritocrazia» è una gioia per gli intestini di chiunque (non solo per gli insegnanti), contrariamente a Panebianco penso che monitorare (verbo immondo, che uso di proposito per dire che è insopportabile usarlo al posto del più semplice e bello controllare) la qualità dell'insegnamento sia tecnicamente impossibile, giacché chi dovrebbe controllarla e su quali risultati? Dagli studenti? O dal futuro lavorativo degli stessi? Se dalla prima, si rischia la deriva scolastica americana; se dalla seconda, a parte qualche raro caso di eccellenza (perlopiù controllata dall'establishment, dal numero chiuso, dalla retta elevata), data la situazione di mancanza di prospettiva lavorativa e, quindi, di crescente disoccupazione, il novantacinque per cento degli insegnanti italiani sarebbe giudicato immeritevole. Tra questi, di sicuro, anche Panebianco.
6 commenti:
ancora non conosci la regola numero uno?
Appena _in Italia_ leggi o ascolti la parola "meritocrazia", salta a pié pari.
Trattasi di persona che parla e non sa quel che dice o di evidente presa per i fondelli.
S.
Quis custodiet custodem?
@ S.
No, non la conoscevo e la manderò a mente. Però, più che altro, era il verbo iniettare che ha stimolato il post.
@ Melusina
Già, proprio così. Tuttavia, la citazione latina, mi offre uno spunto: il personale ATA (i custodi o bidelli che dir si voglia), non sarebbe male come idea.
effettivamente anche "iniettare" è alquanto inquietante, per più di un motivo.
Purtroppo, quando sento la parola "meritocrazia" sobbalzo, perché viene sempre pronunciata da bocche merciscenti, atte a screditare senza sapere. E tutti a ripetere la parolina come parte di una cantilena, anche in questo caso, senza sapere. E così costoro formano "l'opinione pubblica".
E nel frattempo si godono quello che (non) hanno meritato, calpestando non solo i diritti, ma in questo caso anche la dignità delle persone.
Se posso dire la mia, la questione è una sola: prima formare poi valutare, a cominciare dai vertici però-vedi capi di istituto-per finire con la base, cioè noi insegnanti.E per questo, oltre alla solita volontà politica,ci vogliono molti ma molti soldi. E dunque, tutti insieme, diciamo amen....
Sì che puoi dire la tua, Basilisca, che, tra l'altro, apprezzo molto.
:-)
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