Scrive Leonardo che noi abbiamo perso. Sono d'accordo, per tutte le ragioni che lui espone. Ma io - se posso permettermi - faccio un passo in più: abbiamo perso e perdiamo ogniqualvolta¹ un modo di dire da stupidi, un'espressione di merda, un gesto del cazzo, s'incrostano e diventano luogo comune e prassi; e, soprattutto, quando a farli diventare tali è l'ossessiva ripetizione dei media - a cui segue, a ruota, la dabbenaggine nazionalpopolare (vedasi in questi giorni il florilegio di stereotipi che produce il mondo del calcio: starne alla larga e ignorarli diventa un'operazione ascetica da monte Athos).
Dare fiato a certe parole (o a certi atteggiamenti) è dare fiato a un certo potere, il solito, quello di chi utilizza scientemente i megafoni mediatici per rincoglionire il popolo. È così che si forma la famosa vox populi.
In fondo, ripararsi dietro i luoghi comuni è rassicurante, giacché dà la certezza a ogni individuo di parlare la stessa lingua degli altri (il nostro inferno, come diceva il nostro caro Jean-Paul). E - così parlando, così ragionando - l'individuo non sarà riconosciuto come estraneo e, quindi, non correrà il pericolo di essere espulso².
Al massimo prenderà un cartellino giallo.
*Non chiedetemi di spiegare il titolo.
¹Amo scriverlo tuttattaccato come ciononostante, dimodoché e conciossiacosaché.
²«Certo anche tu sei di quelli: la tua parlata ti tradisce!» (Matteo, 26, 73), è l'accusa che costringe Pietro a rinnegare, per la terza volta, il suo Maestro; dopodiché il gallo cantò per terza volta, egli uscì all'aperto (fuggì) e «pianse amaramente».
1 commento:
Senza offesa per alcuno, mi verrebbe da dire che anche la tiritera del ripararsi dietro i luoghi comuni, è un luogo comune.
Non pretendiamo dal popolo bue (altro luogo comune) che sia quello che non può essere.
L'operazione "culona" è figlia delle caricature ottocentesce e primonovecentesche. E' la borghesia nazionale che rincuora sé stessa contro gli "altri". Oggi la borghesia non c'è più e il meccanismo è rimasto, a beneficio di quei residuati umani che costituiscono la "ggente" ai giorni nostri.
Non voglio fare lo snob da quattro soldi, ma come dici tu, una certa forma di ascetismo è l'unica via per salvarsi la vita.
Essere estranei è essere vivi. Doloranti, ma vivi.
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