Non
voglio essere un’anima in pena
Che
insegue le tue orme appena
Superano
il punto dove mi hai lasciata
in
piedi in mezzo all’erba alta,
Fai
la tua strada, sentiti libera
Non
ho bisogno di sapere dove vai
Non
mi consuma la febbre d’essere certa
Che
tu sia andata dove avrei voluto io,
Quelli
che racchiudono il futuro tra
Due
muri di pietre ben disposte
Tracciano
sentieri spettrali per sé
Tristi
percorsi per ossa polverose.
Quindi
puoi andare senza alcun rimpianto
Via
da questa terra conosciuta
Lasciando
il tuo bacio sui miei capelli
E
tutto il futuro nelle tue mani.
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That
I not be a restless ghost
Who
haunts your footsteps as they pass
Beyond
the point where you have left
Me
standing in the new sprung grass,
You
must be free to take a path
Whose
end I feel no need to know,
No
irking fever to be sure
You
went where I would have you go,
Those
who would fence the future in
Between
two walls of well-laid stones
But
lay a ghost walk for themselves,
A
dreary walk for dusty bones.
So
you can go without regret
Away
from this familiar land,
Leaving
your kiss upon my hair
And
all the future in your hands.
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venerdì 27 luglio 2012
Non voglio essere un'anima in pena
Altra poesia. Scovata stamani in rete, qui. È della famosa antropologa Margaret Mead. M'è sembrata bella, ma non avevo testa di tradurla. L'ha fatto Francesca de iCalamari, secondo me mirabilmente.
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1 commento:
Va bene, però è merito tuo!
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