sabato 28 luglio 2012

Sapone d'Aleppo


Nella gara di tiro al ribelle pare che l'esercito regolare siriano stia vincendo molte medaglie. 
Povera Aleppo, una città così pulita, profumata di alloro, massacrata da colpi di arma pesante (e la popolazione nel mezzo, chissà quante pene, quanto dolore, quanta paura).
Buone notizie, intanto, per i due italiani dipendenti dell'Ansaldo, rapiti alcuni giorni fa: sono stati liberati dalle truppe regolari, ma la vicenda è ancora «tinta di giallo» (che espressione di merda). Insomma, ancora non si sa bene a chi delle parti contendenti avessero offerto le loro “consulenze energetiche”.

Infine, una curiosità: da molti decenni la Siria è nelle mani della famiglia Assad. Come ogni regime autocratico che si rispetti, anche il regime siriano ha speso molti soldi per l'esercito (armamenti compresi). E ne ha spesi così tanti che uno si chiede: ma dove li ha presi, dato che la Siria non è una nazione ricca di risorse minerarie (o altro)? Come ha, insomma, finanziato il suo potere e il suo esercito la famiglia Assad? Col sapone? E, marginalmente: come mai i mercati non vanno a rompere le palle ad Assad per il debito? Perché fare debito per i cannoni ha un suo ritorno?

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