Eppure, in Italia, ci sarebbero tutti i presupposti per una rivoluzione. Ma mancano gli artefici: gli italiani. Qualcuno ha il fucile e, mi è stato riferito, saprebbe anche sparare a notevole distanza:
«Lo vedi quella macchia bianca giù a fondovalle? Io potrei colpire un politico da questa distanza, come fosse un cinghiale».
«Per un cinghiale potresti anche trovare un ristoratore a cui venderlo, un politico no».
Per rivoluzione non intendo decapitare le mele che sono già a terra, marce. Questo, seppur nobile, è un compito da decompositori, non da rivoluzionari. I rivoluzionari sono, o dovrebbero essere, i consumatori primari della politica, così ammalata di (finta) moderazione che sottende soltanto salassi che i rappresentanti somministrano ai rappresentati.
Il rivoluzionario azzanna il potere per la gola, attratto dal sangue e dalla carne. Purtroppo, chi comanda ora è così anemico, che abbatterlo non vale lo sforzo della caccia: la carne d'allevamento politico inibisce la ferocia.
Più o meno è un mese, per fortuna, che non accadono esondazioni, forse perché, timide, non osano competere con il Presidente Napolitano.
Per brevità, diciamo dal 2011, da quando ha impedito con ogni mezzo le elezioni anticipate e provocato (imposto) la nascita del governo di larghe intese a guida Monti; e ancor più da quando ha accettato il secondo mandato presidenziale (con un discorso di insediamento che dovrebbe aver il coraggio di rileggere per intero la sera di San Silvestro - e spararsi il tappo di spumante addosso), Napolitano «il peggio che poteva fare, l'ha fatto», la crisi istituzionale è lì a testimoniarlo, amplificata dalla paura paradossale di lasciare il trono in mani inopportune, come se, costituzionalmente, noi italiani dovessimo aver paura a prescindere di quale sarà il prossimo presidente delle repubblica.
Non sarà Stasi (anche perché troppo giovane).
Non sarà Carminati.
Non sarà Berlusconi.
Io spero in Pippo Baudo.
P.S.
È passato quasi un intero semestre con l'Italia a guida dell'Europa: un semestre in bianco, con molto burro e poco, poco cacio. Per dessert: Lady Pesc sciroppata.
3 commenti:
Scrissi anch'io qualcosa a proposito di Napolitano ed, in seguito, di cariatidi in generali.
La mia speranza, invece, verte su Dino Zoff. Ai tempi era già stato capitano di una grande Nazion(ale).
Zoff non mi dispiacerebbe.
Il paese si esprime anche nella classe di mestieranti del potere che esso seleziona e delega.
Posta un commento