«Natale, qui, non è solo una “ricorrenza religiosa”, è un momento identitario». Michele Serra, L'Amaca, la Repubblica 7 dicembre 2014
Mi ritengo fortunato ad essere nato e cresciuto in un contesto storico-sociale e in un ambiente culturale in cui la mente e il corpo non hanno dovuto subire altre costrizioni oltre a quella, appunto, dell'ambiente storico, sociale e culturale in cui sono nato e cresciuto (tautologia per dire che per fortuna non sono nato nella miseria centrafricana, non sono stato a scuola in una madrasa pakistana, o irreggimentato in una caserma nordcoreana).
Vivere «qui» mi ha dato modo - e mi dà, entro certi limiti, modo di liberare la mente, ovvero non costringerla dentro quei parametri a cui fanno molto affidamento i politici nostrani, un esempio per tutti:
Quanto ciò sia, in fondo, un bene non lo so: è andata così, non voglio farne un vanto. Tuttavia, so che più gli anni passano e più mi accorgo che i momenti identitari coi quali questo cazzo di paese si riconosce (o dicono certuni di riconoscersi) non sono i miei. A me il Natale, per esempio, disidentifica, divide, sdoppia e, quindi, l'identità va a puttane. Di più: più passano gli anni e più mi chiedo perché il Natale deve continuare a essere festa nazionale, e peggio ancora domani, che cosa c'entra l'Immacolata con l'Italia, forse per le madonne che fa tirare? (Attenzione: «qui» espressamente si sottovaluta il peso storico e socio-culturale della Chiesa Cattolica).
Sillogismo: se il Natale è un momento identitario dell'Italia e dell'Europa, allora è doveroso che nella stesura definitiva della Costituzione europea siano riportate le radici giudaico-cristiane dell'Europa, vero Serra? E dunque, già che ci siamo, perché non si mette altresì una noterella in calce all'articolo 7 nella nostra Costituzione?
Il Natale è un momento identitario della Repubblica italiana
Amen.
1 commento:
mario monicelli ci ha già detto tutto sul natale come momento identitario
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