«Quando
vide la vecchierella trasportare a fatica fino al rogo il suo fascio
di legna, [Jan] Hus esclamò: “Sancta simplicitas”. Ma che cosa bisogna
dire della ragione del suo sacrificio, la comunione sotto entrambe le
specie? Ogni riflessione appare ingenua di fronte alla riflessione
più alta, e nulla è semplice, perché tutto diventa semplice nella
prospettiva sconsolata dell'oblio.»
T.H.
Adorno, Minima moralia, (122.),
Einaudi, Torino 1954
Sere
fredde, brucio legna, le stufe hanno fame. Sovente m'incanto a
guardare l'accartocciarsi veloce dei ramoscelli di abete, il crepitio
del pioppo e dell'ontano, il luccichio
del carpino, lo scoppiettare del castagno, il resistere incandescente
del cerro. Chissà come sarebbero carne e ossa del mio corpo là
dentro, a consumarsi,
diventare cenere.
Ma
non ho freddo sino a questo punto.
No,
niente meditazioni sulla cremazione, la
crema dei popoli.
Ancora
giorni davanti per specchiarsi e ricordarsi. In vita. E poi toccarsi,
essere toccati, riscaldati «perché tutto diventa semplice
nella prospettiva sconsolata dell'oblio».
2 commenti:
sei un conoscitore di alberi e proprietà dei rispettivi legni.
sconsolato ce sarai.
io faccio melina da quel dì, indipendentemente dalle ore o dagli anni che mancano al triplice fischio...
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