A proposito del recente saggio di Luciano Violante, Il dovere di avere doveri, Einaudi, Torino 2014, Giuseppe Galasso, sul Corriere della sera, odierno,scrive:
«L’articolo
2 della Costituzione italiana è per [Luciano
Violante]
la formulazione giuridica del fulcro, in fondo, del suo pensiero: “La
Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo”
e, però, “richiede
l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà
politica,
economica e sociale”.
E quindi, pur nel generale riconoscimento del principio democratico,
le democrazie del nostro tempo appaiono [a
Violante]
in una fase contraddittoria, e ciò soprattutto per lo squilibrio
creatosi fra diritti indiscussi e gridati e doveri omessi o
sottaciuti.
Si
pone così un problema di “riequilibrio
fra diritti e doveri”,
che per Violante postula la necessità di “ricostruire
un ordine costituzionale”.
A questo solo la
politica,
il cui primato viene riaffermato, può attendere, senza che ad essa
si possa mai sostituire la supplenza di altri poteri pubblici, a
cominciare da quello giudiziario, di cui si lamenta l’espansione
con la conseguente “politicizzazione
della giustizia”.
Questo
nucleo logico del
libro
è
sviluppato in una serie di argomentazioni riferite a casi e problemi
particolari del nostro tempo».
***
SOCRATE
Cosa dire di colui che mediante sillabe e lettere tenta di imitare la
sostanza delle cose? E forse […] se riporta tutto ciò che si
addice, l'immagine, cioè il nome, sarà bella, ma se invece talvolta
tralascerà o aggiungerà anche poco, sarà pure una immagine, ma non
bella? Tanto che dei nomi ce ne saranno alcuni combinati bene, e
altri male?
CRATILO
Forse sì.
SOCRATE
E dunque forse vi sarà un buon artefice di nomi e uno cattivo?
CRATILO
Sì.
SOCRATE
Dunque costui non aveva il nome di legislatore?
CRATILO
Sì.
SOCRATE
E dunque forse, per Zeus, ci sarà, come nelle altre arti, un
buon legislatore e uno cattivo?
Platone,
Cratilo [431d-e]
***
Non credo dovrò attendere la lettura del libro di Violante per sapere se l'Autore indica quale tipo di cittadino, o classe sociale, omette o sottace i doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Io presumo di no, che Violante sorvoli la questione, anche perché non penso il saggio sia, seppure in parte, un atto di accusa contro la classe cui egli stesso appartiene.
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