«Ho
detto che la scelta di non annacquare il confronto con Bruxelles è
molto coraggiosa, perché c’è da attendersi una risposta
durissima. Le prove per Tsipras e l’intera sinistra greca saranno
difficilissime e la nostra solidarietà — se saprà essere dettata
dalla testa oltre che dal cuore — essenziale. Ben sapendo tutti che
per vincere non basterà respingere il diktat della troika, ma
avviare un modello di produzione, di consumo, di organizzazione della
società diverso da quello attuale: una maggiore liquidità se si
continueranno a fare le stesse cose — supermarket, speculazione
edilizia, spreco — non servirà a molto. Per questo non basta
invocare politiche keynesiane di intervento pubblico, occorre anche
indicare quale e per quale tipo di sviluppo. A questo progetto Anel [il partito di centrodestra alleatosi con Syriza] non servirà, ma c’è tempo per creare, nella società oltre che in
parlamento, un consenso sui progetti di più lungo periodo. È un
tema che dovrà essere al centro della riflessione di tutta «L’altra
Europa», perché non riguarda solo la Grecia, ma tutti noi. Ne
abbiamo abbastanza per i prossimi anni.»
Luciana Castellina, “La scelta coraggiosa del giovane Alexis”, Il Manifesto 28 gennaio 2015
Molto lucido l'articolo della Castellina. E, altresì, molto ironico il finale: per una signora di 85 anni dire che «ne abbiamo abbastanza per i prossimi anni»... non possiamo che augurarle di far parte e di vivere quel «tutti noi».
Tuttavia, Luciana Castellina non può non sapere che per «avviare un modello di produzione, di consumo, di organizzazione della società diverso da quello attuale», le riforme, per quanto potranno essere di cuore e, insieme, di testa da parte di Tsipras (o di altre eventuali sinistre europee) non saranno sufficienti perché, escludendo che la Grecia si “isoli” e predisponga l'economia a una sorta di regime autarchico (sul modello pauperista di Cuba et similia per intenderci), il sistema economico e produttivo greco si dovrà necessariamente confrontare con quello delle altre economie europee e mondiali. E il confronto si dovrà basare sulla produzione di merci (o servizi) che riescano a trovare sufficienti acquirenti nel mercato globale, in modo che l'economia ellenica ottenga un surplus di bilancio. A tale surplus dovranno corrispondere maggiori introiti fiscali, che serviranno al governo per estinguere un po' di debito e per redistribuire “ricchezza” tra la popolazione meno abbiente.
Purtroppo, date le attuali condizioni economiche e produttive, per il governo Tsipras non c'è molto su cui contare.
Se non è questo, quale altro modello di produzione, di consumo e di organizzazione della società Luciana Castellina intende per la Grecia e, a più lungo periodo, per tutta l'Europa? La società rurale? O forse qualcosa di cui ci si vergogna o si ha paura di pronunciare?
1 commento:
Ho letto anche i due articoli che segnali e mi pare che l"evoluzione più realistica sia quella della seconda domanda che fai alla fine dell'articolo. L
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