Signore e Signori,
che tanto siete
appassionati dal tema della leadership, spiegatemi: vi è successo
qualcosa quando eravate piccoli? Avete subito dei traumi? Non avete
avuto dei pantaloni o delle gonne alle quali attaccarvi per piangere,
delle mani per ricevere ceffoni, delle dita per inserire delle
supposte di glicerina quando eravate costipati?
Siccome siete voi
che sul palcoscenico mediatico rincoglionite, riuscendovi, la
pubblica opinione mettendo al centro del dibattito politico il
problema della leadership, vi prego, ditemi: parlate di questo o di
quell'altro bel tomo o bella toma, della first lady o del principe
consorte perché appunto in televisione e sui giornali (online e di
carta) di nient'altro che di cazzate si può parlare e perché di ciò
siete pagati altrimenti non sareste pagati, ma costretti casomai a
fiatare a gratis ovunque voi siate?
Vi piace far credere
che siano i leader a decidere le sorti del mondo, come se i leader
non fossero altro che mediatori di interessi che li travalicano, che
li superano e manovrano facendo credere a loro e a voi, e voi al
popolo, che quello che accade fuori, la politica, l'economia, la
vita, dipendano da istanze
dirigiste.
In
breve, fate credere – riuscendovi – che tutto dipenda dalla
responsabilità individuale, dalla capacità dei singoli, dall'essere
più o meno figli di puttana che non guardano in faccia nessuno,
dalla faccia, appunto, tosta o a merda che affascina le plebi. Ma voi,
o bucaioli, avete mai guardato il fondo (tinta) di una faccia d'uomo?
Contiene la stessa valenza di
una legge scritta sulla sabbia in un giorno di vento.
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