«Di qui la necessità di non esplicitare mai nel dettaglio il progetto di società cui si mira, ma di tenerlo invece nel vago di un felice organicismo che può essere raggiunto solo se saranno espunti i particolarismi che ne impediscono la realizzazione: un miraggio di società, quindi, nella quale i conflitti siano annullati in una generale condiscendenza, dalla quale possa sottrarsi solo chi coltivi pulsioni antisociali, vuoi nella forma degli estremismi politici di opposto colore, che si delegittimano per il solo fatto di avere un colore (ideologismi), vuoi in quella della devianza morale o psichica (gufi, rosiconi, ecc.), comunque a prezzo della condanna di un senso comune incoronato a buonsenso.» Luigi Castaldi
Mi viene banalmente da pensare che Renzi riesce là dove Berlusconi ha fallito perché non ha sul groppone il macigno dell'interesse privato da salvaguardare. In altri termini: a Renzi, che non possono essere rimproverati conflitti d'interesse, riescono meglio gli interessi particolari (che passano come interessi generali perché in tal guisa sono veicolati dai media che ne appoggiano, in varia misura, l'azione di governo) di quella che un tempo si sarebbe facilmente chiamata borghesia, nello specifico: di quella classe sociale proprietaria dei mezzi di produzione la quale, grazie al lavoro altrui e all'aiuto politico, non lavorando (o lavorando per es. alla Lapo Elkann o Andrea Della Valle per intendersi) prospera e si arricchisce ab libitum, mentre la classe sociale subalterna stenta ad arrivare a fine mese impoverendosi, anch'essa ab libitum.
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