Sono costretto ad arrendermi stasera, mani in alto, culo in basso, tiro fuori il materasso. Eppure medito, ma cosa medito? Sulla fifa. Ne ho vista una, stamani, in coda presso un ambulatorio, a parlarmi dei suoi problemi ai legamenti nonostante i pantaloni aderenti e il top a balconcino che a stento tratteneva il ricordo di probabili svezzamenti. Della fifa, ho detto. Va bene.
Mi ricordo, ai tempi in cui un paio di volte all'anno passavo per Visp, cittadina di merda nel Vallese, in cui ero costretto a passarci se dal Vaud volevo raggiungere il Sempione, ai tavolini di un bar all'aperto lungo la strada, la stessa strada in cui trovavo sempre una coda interminabile, era estate, ricordo che vidi Blatter, o quella che sembrava una sua controfigura, sorseggiare un caffè lungo, di quelle brodaglie scure made in Switzerland. Era vispo. A un certo punto alzò la mano per chiedere il conto. Il cameriere si presentò immediatamente innanzi e gli chiese se voleva pagare in contanti o con la carta di credito. Lui sorrise e intonò:
Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe...
Il cameriere, i cui genitori erano di Viterbo, sorrise e disse che la sua squadra era la Lazio. Non era vispo.
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