mercoledì 27 maggio 2015

Ogni uomo è due uomini

« Immaginarono che ogni uomo è due uomini e che il vero è l'altro, quello che sta in cielo. Immaginarono anche che i nostri atti gettino un riflesso invertito, di modo che se noi vegliamo, l'altro dorme, se noi fornichiamo, l'altro è casto, se rubiamo, l'altro dà del suo. Morti, ci uniremo a lui e saremo lui. »
Jorge Luis Borges, “I teologi”, in L'Aleph.


I miei due uomini stanno in terra e, vivendo, uniti e separati, cercano di venire a patti con le condizioni materiali in cui sono precipitati e, parimenti, con l'indole sorniona di coloro che preferiscono la vita gli vada addosso piuttosto che il contrario, come tuffatori al replay ritornano sul trampolino. Non è un caso i miei uomini siano asciutti, tranne che nelle mutande, dove spesso disperdono assai copiosa semenza. Polluscono notturnamente sognando due donne con le quali venire a patti: con una fornicare, con l'altra essere casti, in modo da non confondere il culo con le quarant'ore. Essere due uomini a volte disimpegna, non obbliga a recitare parti, consente di essere in ogni circostanza quello che si vorrebbe essere, senza mezze misure, inutili convenevoli, finzioni. Ogni uomo gestisce il proprio lato oscuro, in una sorta di perdurante autoanalisi. Quello che conta è che ognuno è indulgente con l'altro. E questo è indispensabile. Perché perdonanarsi è il primo passo per ritrovare l'unità. Non in edicola.

1 commento:

Marino Voglio ha detto...

...beato te che sei solo due. qua è 'n'orda (direi "legione" ma noi non siamo gerarchizzati).