sabato 23 maggio 2015

La rivoluzione a tavola (senza antipasti)

Alcune sere or sono, in una trasmissione di chiacchiere su La 7, ho sentito il professor Umberto Veronesi affermare che, in un futuro prossimo, essere vegetariani diventerà una necessità per far fronte alla sostenibilità ambientale, in quanto l'aumento demografico e di esseri umani e di animali da allevamento comporterà il problema di come sfamare gli uni e gli altri, dati i limiti intrinseci della produzione agricola possibile sul nostro (nostro?) pianeta.

Il ragionamento, frutto dell'armamentario ideologico borghese, offre l'idea che se la specie umana diventasse vegetariana, la questione alimentare e il rischio ambientale sarebbero presto un ricordo. Ma siamo sicuri che cambiare «tipo di consumo» mantenendo lo stesso «modo di produzione»¹ sia la panacea di tutti i mali che affliggono l'umanità?

A tale proposito, con garbo e dovuto rispetto, vorrei porre al professor Veronesi le seguenti domande:

1. Perché la presenza umana sul pianeta aumenta così considerevolmente e, soprattutto, perché aumenta in certe zone del mondo e non in altre? Detto altrimenti: perché nel terzo mondo figliano come bestie, mentre nel primo v'è una più rarefatta inseminazione?
2. L'agricoltura e l'allevamento, attività del settore primario, hanno come obiettivo il soddisfacimento dei bisogni alimentari dell'intera umanità e a questo sono indirizzate le tecniche produttive, oppure sono anch'esse attività teleologicamente orientate verso il mero profitto? In breve: qual è la ragione sociale delle industrie agro-alimentari, nazionali o multinazionali, del settore?
3. Il cannabalismo (ammazzare un Adinolfi o un Ferrara all'anno) potrebbe essere più risolutivo?

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¹Suggerisco la seguente lettura.

3 commenti:

dmitri ha detto...

Se uno solo di quei fanatici religiosi avesse anche una pallida idea delle modalità, spazi e consumi per produrre il cibo con il quale dovremmo conquistare il paradiso arrossirebbe,
oppure no, non ne sono capaci.

Olympe de Gouges ha detto...

più che ammazzare avrei detto azzannare, ma sono sottigliezze riferite a quella sugna

Luca Massaro ha detto...

@ Olympe de Gouges

Hai ragione, ma pensavo alla fine del porco nel solstizio d'inverno.