Le
lasciai un biglietto sopra il tavolo, poche frasi di circostanza, meno di niente per essere un addio come si deve, ma
Lisa era contenta lo stesso, bastava me ne andassi, finalmente, non
ne poteva più dei miei argomenti, delle bottiglie vuote di birra e
dei vestiti impregnati di nicotina, delle unghie lunghe dei piedi
che, freddi, graffiavano il suo corpo quando entravo a letto mentre
lei dormiva – ma soprattutto era contenta me ne andassi per
liberarsi dall'assillo della mia gelosia impropria, visto che per
ogni cosa che faceva le chiedevo «Cosa hai fatto? Dove sei stata?
Chi hai incontrato?» anche se lei usciva quasi esclusivamente per
assolvere ai doveri della nostra sussistenza: birre, sigarette,
surgelati e pasta d'acciughe da spalmare su pane di segale, perché
un po' di fibra fa sempre bene per il transito.
Appena
un paio d'ore dopo che me n'ero andato, iniziò a piovere così forte
che avrei avuto subito una scusa buona per rientrare e dirle che
l'amavo ancora – soprattutto se sul suo viso avessi visto lacrime
piovere come pioveva forte in quel momento. Ma sul ciglio della
porta, un attimo prima che suonassi il campanello, la sentii parlare
e ridere al telefono, soprattutto dire, con voce soddisfatta, ch'era
un sogno me ne fossi andato, che il pensiero di impacchettare tutta
la mia roba per disfarsi di ogni traccia della mia presenza, le
riempiva il cuore di gioia, perché le sembrava di porre fine
all'assurda fatica di Sisifo che era diventato il nostro stare
insieme, dove chiaramente ero io il macigno, io la punizione divina.
E
pensare che glielo avevo dato io, da leggere, Camus.
Per
dispetto, presi il suo ombrello preferito, uno bianco coi fiorellini
color lilla, e mi avviai verso la stazione. Salire su un
interregionale notturno era la sola cosa possibile in quel frangente,
uno di quei treni che si fermano in tutte le stazioni e si svuotano
gradualmente sino ad arrivare al capolinea con tre persone a bordo,
il macchinista, il controllore e me, addormentato, dimenticato da
tutti, persino dai sogni.
1 commento:
tranquillo, co' l'ombrellino coi fiorellini lilla un fidanzato che te se accolla lo ritrovi subbito. magari il controllore stesso.
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