venerdì 2 giugno 2017

Contro sbarramento

Non credo più, da alcuni anni oramai, nell'esercizio della sovranità popolare esplicitata mediante il meccanismo delle elezioni, giacché - e in misura predominante nel 2013 - sempre ho verificato l'impotenza di me sovrano, la mia personale nullità rappresentata e sussunta nei parlamentari che, in milionesimo, ho contribuito a eleggere, deputati e senatori, facce di culo o meno che siano risultate.
E tuttavia, dopo l'azzeramento della Corte Costituzionale, avevo sperato che le prossime elezioni si potessero di nuovo svolgere con il proporzionale puro - e senza sbarramenti, se non quelli dello zero virgola. E invece: modello tedesco, anche se non è vero un cazzo che sia tedesco, perché, come scrive un maturo Acerbo
«il sistema è maggioritario camuffato da proporzionale. Non si dà la possibilità - come avviene in Germania - di votare in due schede diverse candidato uninominale e lista proporzionale e tra collegi uninominali, liste proporzionali bloccate e pluricandidature, per l'elettore capire chi elegge sarà un rebus. Insomma avremo di nuovo un parlamento di nominati. Persino l'uninominale è truffaldino perché in realtà il candidato più votato in un collegio potrebbe non essere eletto e chi lo ha votato in realtà contribuisce a eleggere il listino bloccato.»
Lo sbarramento, quale che sia la percentuale, è una limitazione all'esercizio di voto, è incostituzionale alla radice perché impedisce di dare voce alle minoranze, e rende nullo il voto del "sovrano" che vota i partiti minori. 
Io credo che una ventina di parlamentari che non diano conto alle segreterie dei principali partiti, o al movimento teleguidato di Beppe Grillo, sarebbero, almeno in potenza, fonte di pluralismo, perché rappresenterebbero tutto il resto degli elettori che non si riconoscono nelle forze politiche che stanno predisponendo la presente, ennesima frode ai danni del popolo - anche perché la legittimità di questo parlamento è decisamente screditata, proprio perché costituitosi in base a una legge elettorale incostituzionale.

Lo sbarramento è una forma di ricatto: per veder riconosciuta la propria sovranità, l'elettore è costretto a scegliere una forza politica non in base ai propri ideali, interessi o convinzioni ma sulla scorta di chi, in potenza, garantisce di superare la soglia del 5%.

L'accordo attuale ha come scopo esclusivo quello di eliminare il potere di ricatto dei partiti politici minori: ma quanto veramente i partiti politici minori hanno potere di ricattare?
Vediamo cosa accadde trent'anni fa, alle elezioni politiche del 1987.
Questa è la Camera


E questo il Senato



Ora, fatto salvo il PRI, il PSDI e il PLI che erano consustanziali al Pentapartito, ditemi: in che misura i Sudtirolesi, Democrazia Proletaria, il Partito Sardo d'Azione, l'allora Lega Lombrarda, o persino i Verdi e i Radicali avevano potere di ricatto sul parlamento e quindi sul governo? Misura nulla, certo, ma almeno garantivano plurarità di voci in parlamento, tipo quella (se non ricordo male) di Pannella (ancora non completamente fumato) o Capanna. E adesso invece che cosa si prospetta se non un ennesimo parlamento di nominati a tavolino?

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