Periodicamente,
arrivavano giorni in cui Lucas rimaneva indeciso tutto il giorno sul
da farsi. Giorni immobili, polverosi, da fiera antiquaria. Chi lo
vedeva appoggiato ai muri, gli domandava il prezzo, come credenza. In
tali occasioni, manifestava subito il proprio disappunto agnostico e,
insieme, confessava qualche peccatuccio nato lì per lì se la
signora, che gli faceva un'offerta, aveva un baricentro stabile.
C'era chi non capiva, chi lasciava perdere, chi gli chiedeva se si
vendeva a rate e, se sì, con interessi o senza. A detta di molti
proponeva un taeg troppo alto ma lo faceva perché desistessero dal
portarselo a casa in balia del quotidiano gioco balordo degli
incontri e degli inviti fino a far di lui uno stucchevole estraneo
(Kavafis).
Poi,
improvvisamente, i giorni dell'indecisione finivano: bastava un
alzamento della pressione atmosferica, unito a un repentino aumento
delle temperature e Lucas iniziava a decidere come un forsennato, fosse
pure soltanto per prendere un caffè, allacciarsi una scarpa o
cambiare l'Italia. Un'impresa, quest'ultima, che nel volgere di poche
ore, anche a causa della canicola, lo ripiombava nuovamente nella
condizione testé prima descritta. E riappoggiava la schiena al muro
a lungo, sin da farsi crescere l'erba sotto i piedi e a farsi
edificare nidi di bombo nelle asole della camicia (quando soleva
portare camicie). Cosa che avrebbe meravigliato
persino Renzo Piano e la pazza idea di tutti coloro che hanno in
animo di riqualificare le periferie urbane (soliti discorsi da belle
fiche).
Un
giorno, mentre masticava il gambo di una margherita, giunse un cane
che gli si leggeva la fatica nelle orecchie, penzoloni. Gli si
accovacciò davanti ai piedi come a un padrone. Lo chiamò Indugio,
come la prima persona singolare, modo indicativo, tempo presente, di
uno dei suoi verbi preferiti. I rari bipedi pedestri che, camminando
per la strada di Santiago dell'Impostura, ebbero la ventura di
incontrarli, si sentirono in obbligo di lasciare un obolo nonostante
non fosse loro richiesto. Raggiunta una certa cifra, Lucas e Indugio
comprarono un materasso memory foam, per non dimenticare.
5 commenti:
ringrazio quel tal Lucas per aver trovato e adottato - dunque salvato - il cane che ho perduto io alla fine del '14. può tenerlo se vuole. può anche continuare a chiamarlo Indugio, probabilmente risponderà per assonanza dato che si chiamava Cazzeggio...
Mi ha detto quel tale che, nel caso mordesse qualcuno, la tua testimonianza e il microchip faranno fede.
ah, ha il microchip...? allora è Oltraggio, il cane di quel cialtrone di mio cognato.
Adoro le storie che finiscono bene :)
Il materasso è un'ottima scelta (sperimento da dieci anni): per la schiena di Lucas che troverà ristoro dopo tanto muro, per Indugio che avrà un motivo in più per essere Indugio.
Buona serata
Altrettanto buona e bella sia la serata per te, cara Astime.
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