via |
La
politica che un paese esprime è il riflesso condizionato di quello
che esprime il popolo di quel paese. Nella fattispecie, il popolo
italiano che cosa esprime? A parte il sempiterno mugugno da malcontento,
il desiderio politico degli italiani non è quello di una società
più giusta, equa, prospera e solidale, ma è quello di veder
soddisfatto il proprio interesse particolare, relegando l'interesse
generale ai discorsi ufficiali che le massime autorità dello Stato
tengono nelle varie occasioni comandate – e niente è più vacuo,
inutile, disatteso di un discorso presidenziale.
Che
cosa c'è alla base della nostra attesa politica? Avere una casa,
un'auto, in breve: avere accesso ai beni di consumo per
avere i quali occorre, per la stragrande maggioranza degli
individui, vendere a ore la propria forza lavoro.
Quindi, si lavora
principalmente per sussistere.
Se non c'è alcun progetto
politico che azzardi a immaginare un tipo di società diversa da
quella della sussistenza, è perché fondamentalmente il popolo non
ha altra mira, altra ambizione che quella di veder soddisfatti, più
o meno decentemente, i propri bisogni primari e, quando è grassa,
anche alcuni secondari, per esempio quelli ricreativi, che vedranno
domani tante famiglie allegramente andare a trascorrere brevi vacanze
repubblicane fuori porta.
Siano giorni lieti per tutti,
soprattutto se serviranno per non andare a votare.
«
Il comunismo non toglie a nessuno il potere di appropriarsi dei prodotti
della società, toglie soltanto il potere di assoggettarsi il lavoro
altrui mediante tale appropriazione.
Si
è obiettato che con l'abolizione della proprietà privata cesserebbe
ogni attività e prenderebbe piede una pigrizia generale.
Da
questo punto di vista, già da molto tempo la società borghese
dovrebbe essere andata in rovina per pigrizia, poiché in essa coloro
che lavorano, non guadagnano, e quelli che guadagnano, non lavorano.
Tutto lo scrupolo sbocca nella tautologia che appena non c'è più
capitale non c'è più lavoro salariato.» K.Marx-F.Engels
1 commento:
Fatti non foste a viver come bruti ma per seguire virtute e canoscenza.
Passati due o tre lustri ;) e non e' cambiato un cazzo di un cazzo.
Il problema del comunismo e' che, nella sua izrazionale razionalita', ipotizza una societa' di giusti, disinteressati, accoglienti, servizievoli del prossimo, egalitari, interessati a valori morali, indifferenti a ingordigia, sfruttamento, consumismo, servizismo, potere, etc. .
In pratica una via all'inferno lastricata delle migliori intenzioni.
> toglie soltanto il potere di assoggettarsi il lavoro altrui mediante tale appropriazione
Questa e'una sciocchezza delle tante di Marx.
Perche' e' proprio lo sfruttamento come dispositivo per l'accumulo e come gratificazione del potere che ' massimamente diffuso nella specie. Perche' e' cosi' che la termodinamica e la biologia e la selezione intraspecie hanno voluto e realizzato in milioni di anni per i mammiferi e centinaia di migliaia di anni per gli ominidi e i primati.
La societa' borghese e capitalista finira' in rovina per il collasso da overshoot, da insostenibilita' sempre piu' grave, per l'evidente violazione dei limiti dell'ecosfera.
Posta un commento