Leggere le recensioni (farcite di citazioni) di D'Orrico è un'esperienza migliore, da un punto di vista del torcimento di budella, che ascoltar i discorsi di Briatore (in televisione l'altra sera da Santoro).
Io come cazzo fanno quelli del Corriere a tenere uno come D'Orrico non lo so, proprio non lo so, tanto quanto non so come Santoro abbia fatto a dare così tanta autorevolezza all'imprenditore Briatore. Misteri. Forse c'è una precisa strategia per tenere sottoterra lo stato intellettuale della nazione. Boh.
Certo che se uno pensa a quante firme autorevoli, del panorama culturale italiano del Novecento, abbiano scritto per il Corriere, uno si domanda per quali vie santissime uno come D'Orrico continui a sproloquiar citando passi altrui (che poi, sia detto per inciso, fanno veramente pena), senza alcun costrutto, su tale quotidiano. Uno si domanda e poi, facilmente, trova, grazie ad Aldo Busi la risposta: «Milano, avendo il Corriere della sera, non ha un quotidiano».
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